belonged to a band of criminals whose vi-
olent rampages had spread terror through
Murano. Gio-Batta left prison in 1781,
and returned to work as master of enam-
els in his own furnace under the sign of
“Santa Caterina”. In 1791, at the age of
73, he was nominated Gastaldo dell’Arte,
head of the Guild of glassmasters and rep-
resentative of the furnace owners, against
the opinion of the censors of the Guilds
who considered him “a man of ill repute,
with a mean and mercenary character”.
The Myth breaks down,
the Art on the wane
The last of Gerolamo Gazzabin’s sons Gio-
Batta died in 1807: at the end of the cen-
tury, in rapid succession, he had seen the
fall of the thousand-year-old Venetian
Republic, the decadence of the glass Guild
on Murano, and the shut-down of many
furnaces on Murano, most likely including
his own.
As the fall of the Most Serene Republic
led to a crisis from which the art of
Murano glass would only recover in the
mid-XIXth century, the Gazzabin-Vistosi
family standard was carried by Girolamo’s
last grand-son Gio-Antonio Vistosi, who
married Vittoria Fuga in 1769 and had
nine children.
During the XVIIIth century, the stormy re-
lations between furnace owners and work-
ers contributed to the declining number of
working furnaces. Several branches of the
great proprietary families of Murano who
had created the history of glass Art, died
out: one emblematic example is Giuseppe
Briati, the brilliant artist and inventor of
the “ciocche”, who left no direct heirs and
whose death decreed the end of the fami-
ly tradition.
The Gazzabin family, by now known as
Vistosi, had been able until then to main-
tain its position within the artistic glass
élite of Murano. But even the Vistosis suf-
fered the consequences of the early XIXth
century crisis and left the world of blown
glass production to which they had always
belonged over the past centuries, generat-
ing personalities whose resources had
made them protagonists.
quantenne il maestro decise di abbando-
nare l’Italia nel 1770 per recarsi a Madrid,
delegando forse il mestiere ai giovani figli.
Parallelamente la tradizione vetraria fami-
liare dei Gazzabin-Vistosi, fu raccolta e
portata avanti anche dal quartogenito di
Gerolamo, Gio-Batta Gazzabin. Coinvolto
insieme ai figli nelle vicissitudini degli an-
ni ’70, Gio-Batta si troverà ormai anziano
a scontare una ingiusta condanna, accusa-
to di essere appartenuto ad un’accolita di
malviventi che andava seminando il terro-
re sull’isola muranese con scorribande e
violenze. Uscito dal carcere nel 1781, Gio-
Batta riprese l’attività di maestro da lastre
nella propria fornace all’insegna della
“Santa Caterina” e nel 1791 a 73 anni
venne nominato Gastaldo dell’Arte, cioè
capo dell’Arte dei Vetrai e rappresentante
dei padroni di fornace, pur contro il parere
dei Censori delle Arti che lo consideravano
“uomo di cattiva fama, di carattere torbi-
do e venale”.
Si sgretola il Mito,
l’Arte al tramonto
Ultimo rimasto della progenie di Gerolamo
Gazzabin, Gio-Batta morirà nel 1807, do-
po aver visto, con la fine del secolo in ra-
pida sequenza il crollo della millenaria
Repubblica di Venezia, il decadimento
dell’Arte vetraria muranese e la chiusura di
molte fornaci a Murano, compresa proba-
bilmente la propria.
Nel periodo in cui il crollo della Serenissima
aveva portato anche alla crisi dell’Arte mu-
ranese, crisi dalla quale si risollevò solo a
metà dell’Ottocento, il vessillo dei
Gazzabin-Vistosi era retto dall’ultimo nipo-
te di Girolamo, Gio-Antonio Vistosi, sposa-
to a Vittoria Fuga nel 1769 dalla quale
aveva avuto nove figli. Nel corso del seco-
lo XVIII, i burrascosi rapporti tra padroni e
maestranze, contribuirono a far inesorabil-
mente diminuire il numero delle vetrerie
attive.
Alcuni rami delle grandi famiglie padronali
muranesi che avevano costituito la storia
stessa dell’Arte, si estinsero: ne è un em-
blematico esempio il caso di Giuseppe
Briati il geniale artista, inventore delle
“ciocche”, che non lasciò eredi diretti e de-
cretò con la sua morte la fine della tradi-
zione familiare.
La famiglia Gazzabin, ormai conosciuta
con l’appellativo Vistosi, era riuscita fino
ad allora a perpetuare nel tempo il proprio
legame con l’élite artistico-vetraria mura-
nese a cui da sempre apparteneva. Ma an-
che i Vistosi subirono le ripercussioni della
crisi di inizio Ottocento e uscirono dal
mondo produttivo del vetro soffiato, nel
quale nei secoli precedenti erano sempre
stati presenti, generando personalità che
avevano trovato le risorse per diventare
protagonisti.
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