I don’t remember if it was dawn or dusk. I only remember a pas-
sage from one light to another. It was the moment in which day
meets night and viceversa, the twilight zone. I found myself pas-
sing over a huge gate as if it were a wall. I move along
the inside towards the imposing scene of a stairway
similar to a huge waterfall, the white onyx made
it airy and blinding like a full moon on a fresh
crisp night. On the top of the stairway,
three horses (cavalli) awaited me, saddled
in velour and ornated with writings on
parchment; they were showing me
the way. The horses preceed me
dancing and snorting opening the
road for me... The biggest one
had a long silver mane of hair
which he moved with regal
pride. We move on through
a corridor with many, many
rooms. The buzz of the
voices coming from the
rooms made my hearing
confused, I look around
and catch sight of the
great monk with a
Sword... leggend has
it that he is the guar-
dian of the codes.
He answers thanking
with duty and con-
trolled enthusiasm.
He looks at the
horses with compli-
city and smiles with
a sneer of concern.
Staring
towards
me
making
my
abdomen sweat and
making me nervous.
The three horses pro-
tected me, always
close to me, only the
medium horse, which
was a female occasio-
nally ran away but then
would return. The monk
with the sword summo-
ned me to the temple in
a room completly made of
steel and slabs of glass where
the figures reflected found
a surprising depth. The monk
said to me that soon we were to
go to the foot of a large Orthodox
cathedral to reveal the mystery of
continuity. So we fly over great lakes
and the immense regions of the Urali,
even the horses were with us. Two of them,
the youngest, protected us from the chanting
of the mermaids, beautiful and bewitched who
wanted to deviate my walk together with the monk.
The large horse instead opened the way for us fighting
with the sect of the fierce. Our means of travel were bears
of the black forest trasformed in carriages and lined with soft fur of
lorilag. We arrived in the main square surrounded by walls and inside
were steep golden bell towers, we wet ourselves in a warm pond of
eels who offered their own skin for costructing comfortable beds. The
monk rested and asked me what I wanted to know. I asked him
to help me build instruments which produced traces of light -
luminous rays - which rested upon large buffalo horns...
he gave me the formula, and then there was light.
This is how Lamorac and Brunilde were born,
the creatures of the large horns. They gave
birth to six children... the Brunilde six horn.
In the meantime the horses had rested,
but time came to return to the foggy
gothic plains to bring the aspired
light which we had created.
The people of the West deman-
ded a star... called sun, which
in the Orient killed but which
in the west eminated light
and heat... Ginevra the
God of velour sister of
avalon, was our new goal
where we could rest on
the return journey.
The castle with the
hugh gate of steel ovals
awaited us. The north
breeze like a cloak of
purple silk or a dense
nectar, slid around
the high walls.. The
moon like a ball of
quartz, illuminated
the contours. The
earth perfumed of
lavander and the
stars
twinkled
all
around like a distant
dance, or rather, re-
mote, cheerful and
moving. Waiting for
us is the raven knight
which the leggend
says was the son of the
ancient King Baldassar-
re who had lived in Pa-
lestine. He is galant and
obsequious and when he
speaks, he often touches
his heart. I arrive, I look
at him confused and he
says to me stressed...”Wake
up, it’s ten o’clock... it’s late.
We have to go to the court of
IPE...” initials which translate in
“Impresa Per Entusiasti” (Company
for Enthusiasts). I shake myself, ...
I wake up and realise that it was all
a Day Dream. It happened just like this
that from a dream absolutely VISIONARY an
artistic project was born, which from dream is
transformed into need... A need for which industry
and ‘Made in Italy’ cannot do without, the products
are the reply to a type of public which buys exclusively a
product which creates emotion... other than for strict necessity.
S A M U E L E M A Z Z A
Non ricordo se era alba
o
tramonto.
Ricordo
solo
un
passaggio da una luce all’altra. Era il
momento in cui il giorno incontra la notte e
viceversa: the twilight zone. Io mi sono trovato
a oltrepassare un cancello grande come una muraglia.
Mi avvio all’interno verso l’imponente scena di una scala
simile ad una grande cascata d’acqua, i bianchi onici la
rendevano eterea e abbagliante come la luna piena in una notte
fresca e tersa. In cima alla scala ben tre cavalli mi attendevano
sellati di velluto e ornati di scritte su pergamena, mi indicavano la via.
I cavalli mi precedono danzanti e sbruffanti aprendomi la strada... Il
piu’ grande aveva una criniera lunga e d’argento che muoveva orgoglioso
e regale. Ci avviamo in un corridoio con tante, tante e poi tante stanze.
Il brusio delle voci provenienti dalle stanze rendeva il mio udito confuso, mi
guardo intorno e scorgo il grande monaco con la Spada... la leggenda vuole che
egli sia il custode dei codici. Risponde ringraziandomi con compito e controllato
entusiasmo. Guarda i cavalli con complicita’ e sorride in un ghigno di preoccupa-
zione. Verso di me sguardi che mi facevano sudare l’addome e mi rendevano nervoso.
I tre cavalli mi proteggevano, sempre vicino a me, solo il cavallo medio, che era
una femmina ogni tanto sfuggiva ma poi tornava. Il monaco con la spada mi convoco’
al tempio in una sala tutta d’acciaio e lastre di vetro dove le figure che vi si spec-
chiavano trovavano una soprendente profondita’. Il monaco mi disse che di li a poco
saremmo dovuti andare ai piedi di una grande cattedrale Ortodossa a svelare
il mistero della continuita’. Cosi sorvolammo i grandi laghi e le immense regioni degli
Urali, anche i cavalli erano con noi. Due di loro, i piu’ giovani, ci proteggevano
d a i c a n t i d e l l e s i r e n e
belle
e
ammalianti
che
volevano
deviare il mio cammino
insieme al monaco. Il grande
cavallo invece ci apriva
la strada lottando con
la
setta
degli
arcigni.
Il nostro mezzo di viaggio
erano orsi della foresta
nera trasformati in car-
rozze e foderate di morbido pelo di lorilag. Giunti nella grande piazza circondata da muri
e dentro vi erano irti campanili dorati, ci bagnammo in un tiepido stagno colmo di anguille
che offrivano la loro stessa pelle per costruire comidi giacigli. Il monaco si riposo’ e mi
chiese che cosa desideravo conoscere. Gli chiesi di aiutarmi a costruire degli strumenti
che producono tracce di luce - raggi luminosi - che poggiassero su grandi corna di bi-
sonte... mi diede la formula, e luce fu. Nacquero cosi Lamorac e Brunilde, le creature
dalle grandi corna. Ebbero sei figli e formarono l’Esacorno. In tale frattempo i cavalli
si erano riposati, ma venne il tempo di fare ritorno nelle nebbiose pianure gotiche a portare
l’agognata luce che avevamo creato. Le genti d’occidente reclamavano una stella...
chiamata sole, che a Oriente uccide ma che ad Ovest irrora di luce e calore... Ginevra
la Dea di velluto sorella di Avalon, era la nostra nuova meta dove riposarsi dal viaggio
di ritorno. Il castello dal grande cancello di ovali d’acciaio ci attendeva. La brez-
za nordica come un manto di seta viola o un nettare denso, gli scivolava intorno
alle alte mura. La luna come una palla di quarzo, ne illuminava i contorni. La terra
olezzava di lavanda e le stelle lucevano tutte intorno come una danza lontana,
anzi remota, allegra e commovente. Ad aspettare c’e’ il cavaliere corvino che
la leggenda vuole fosse figlio dell’antico Re Baldassarre vissuto in Palestina.
Egli e’ galante e ossequioso e quando ti parla spesso ti tocca il cuore.
Arrivo, lo guardo confuso e mi dice affannato...”Sveglia sono le dieci...
e’ tardi. Dobbiamo andare alla corte di IPE...” sigla che traduce
“Impresa Per Entusiasti” Mi squote, mi agito...
Mi sveglio e mi accorgo che era stato un Day Dream.
Cosi’ da un sogno assolutamente VISIONARIO nasce un progetto
artistico, che da sogno si trasforma in bisogno... Un bisogno di
cui l’industria e il Made in italy non possono fare a meno,
i prodotti sono la risposta ad un tipo di pubblico che
compra esclusivamente un prodotto che lo emo-
ziona... al di la’ della stretta necessita’.
SAMUELE MAZZA