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VENINI
VENINI
Carlo Scarpa
Dopo il diploma in architettura nel 1926 presso l’Accademia
di Belle Arti di Venezia, sua città natale, la carriera di
Carlo Scarpa (1906 - 1978) si divise, negli anni successivi,
tra l’insegnamento presso l’università di architettura di
Venezia e l’attività di progettista. La collaborazione con la
vetreria di Paolo Venini iniziò nel 1932 e proseguì con la sua
nomina a direttore artistico, ruolo che ricoprì fino al 1947.
Grazie alla sua creatività e alla conoscenza della materia
vitrea, l’architetto determinò l’impostazione, anche futura,
dell’azienda. Nel 1934 disegnò i primi vasi “Sommersi” e nel
1936 furono presentate al pubblico le “Murrine Romane”,
nate da un’idea di Paolo Venini ed ispirate alla vetraria
antica. In seguito ideò i vasi in vetro Tessuto e nel 1940,
insieme a Paolo Venini, presentò, alla Biennale di Venezia e
alla Triennale di Milano, una novità assoluta nel campo della
produzione: le nuove tecniche dei battuti, dei tessuti, dei
granulari e delle nuove murrine. Parallelamente proseguiva
la sua carriera di architetto con interventi all’Università Ca’
Foscari, alle Gallerie dell’Accademia e, nel dopoguerra, al
museo di Castelvecchio a Verona e alla Fondazione Querini
Stampalia. Tra i progetti architettonici spicca l’ampliamento
della Gipsoteca Canoviana a Possagno, intervento con cui
diede vita ad uno stile espositivo che rende protagonista
assoluta l’opera d’arte. Nel 1956 vinse il Premio Nazionale
Olivetti per l’architettura e l’azienda gli commissionò il
celeberrimo spazio espositivo in Piazza San Marco.
Nel 1969 realizzò uno dei sui progetti più noti: la Tomba
Brion. Si distinse per una geniale attenzione ai dettagli e
per una spiccata sensibilità per i materiali e le tecniche
artigianali. Collaborò anche con la Biennale, per la quale
realizzò allestimenti di mostre personali assolutamente
innovativi, tra cui quella sull’opera di Paul Klee. Ormai
lontano dal lavoro di fornace, all’Expo di Torino “Italia ‘61”,
Carlo Scarpa presentò una grande cascata luminosa a
poliedri componibili, realizzati da Venini, che allora divenne
il simbolo dell’arte vetraria italiana
After graduating in architecture in 1926 at the Academy of Fine
Arts in Venice, his hometown, in the years that followed the
career of Carlo Scarpa (1906 - 1978) was split between teaching
at the University of Architecture in Venice and his activity as
designer. The partnership with Paolo Venini’s glass factory
began in 1932 and continued with his appointment as artistic
director, a role he held until 1947. Thanks to his creativity and
expertise in glass, the architect determined the company’s
artistic vision, reaching far into the future.
In 1934 he designed the first “Sommersi” vases and in 1936 the
“Murrine Romane” were presented to the public, developed
from an idea of Paolo Venini and inspired by the glass of
antiquity. Later he conceived the “Tessuto” glass vases and in
1940, together with Paolo Venini, he presented at the Venice
Biennale and the Milan Triennale an absolute innovation in
the field of production: the new techniques of the Battuti, the
Tessuti, the Granulari, and the new Murrine.
At the same time, he continued his career as architect with
projects carried out at Ca’ Foscari university, the Gallerie
dell’Accademia, and, in the postwar period, at the Castelvecchio
museum in Verona and Fondazione Querini Stampalia.
Among the architectural projects, his extension of the
Gipsoteca Canoviana in Possagno stands out, a design that
launched an exhibition style placing the artwork centre stage,
in the limelight.
In 1956 he won the Olivetti national prize for architecture,
and the company commissioned him to create the famous
exhibition space in Piazza San Marco. In 1969 he realised one of
his best-known projects: the Brion Tomb. He distinguished
himself for a brilliant attention to detail and a keen sense of the
materials and craftsmanship.
He also made contributions to the Biennale, for which he
created ground-breaking installations for solo exhibitions,
among which was the one on Paul Klee’s work. When he was
far from the glassworks’ activity, Carlo Scarpa presented at
the Turin “Italy ‘61” Expo a large luminous cascade of modular
polyhedra produced by Venini, making it a symbol of Italian
glass art.
Authors biographical notes