005
Objects, Stories
Design Being
Design Being
Objects, Stories
sempre aggiornate e sempre riferite a una tradizione
da non perdere: evitando così la possibilità di confon-
dere lo stile con le mode e il design con la semplice
produzione di serie. Inevitabile che la storia di una
famiglia si rifletta poi nei luoghi che essa abita:
la sede di un’azienda è lo specchio delle persone che
ci lavorano e della filosofia a cui esse si ispirano.
La casa di Tacchini è un’architettura mossa su due
livelli, incrocio di materiali e spazi che si fondono in
un unico luogo di pensiero e sintesi dello stesso.
Sullo sfondo, la Brianza, tra Como e Milano, troppo
verde e accecante in estate e troppo grigia e intimista
in inverno: questi luoghi, così estremi, diventano
lo sfondo di questa storia, autentica culla del design,
dove gli uomini e le idee si fondono nella cultura
del progetto. Ogni oggetto, ciascun arredo che pro-
venga da questa casa, porta con sé l’imprinting del
design italiano: capace di rendere luogo qualsiasi
spazio, sia esso pubblico o privato, domestico o col-
lettivo, e riempiendolo dell’esserci.
Una storia di famiglia
Il design è italiano, il resto è produzione. E in Italia,
le aziende di design portano il nome delle famiglie
che ne hanno fondato il marchio. Come Tacchini, cre-
ata nel 1967 da Antonio: quando anche la produzione
era quasi esclusivamente italiana, e sono stati scritti
i brani più poetici e entusiasmanti della storia del
design. Naturale che i figli diventino poi gli eredi,
e ogni volta fondatori, secondo una logica di continuo
aggiornamento e rielaborazione di un pensiero: ciò
che viene realmente tramandato. Così come è natura-
le che chi frequenti questa famiglia ne diventi parte:
collaboratori, consulenti, fornitori, dipendenti, mae-
stranze, clienti. Ancora oggi, in questa famiglia, la
forza dell’idea è al centro di ogni momento creativo,
in un normale evolversi: dall’astrazione del pensiero
alla tridimensionalità dell’oggetto, per poi diventare
l’essenza dell’abitare. Questo procedere costante ga-
rantisce il legame con la contemporaneità, valorizzato
poi dalla scelta di materiali di qualità e tecnologie
A family history
The design is Italian, the rest is production.
And in Italy, design companies bear the names of the
families that founded the brands. Like Tacchini,
created in 1967 by Antonio, when production, too,
was almost entirely Italian, and the most poetic and
soul-stirring passages in the story of design were
written. Naturally in time the children become the
heirs, and the new founders, in a rationale of contin-
uous updating and redefinition of the underlying
idea, and that is what is actually handed down. Equal-
ly naturally, those who frequent the family become
a part of it: team members, consultants, suppliers,
employees, workers and clients. Still today, in this
family, the strength of the idea is central to every cre-
ative process, in a logical process of evolution, from
the analysis of the idea to the three dimensions of the
object, before ultimately becoming the essence of
living. This ongoing process ensures a sense of con-
nection with contemporary style, which is then fur-
ther enhanced by the choice of quality materials and
leading-edge technology, and always referencing
an all-important tradition, so as to avoid the danger
of confusing style with fleeting fashions and design
with simple mass production. Inevitably, the story of
a family is reflected in the places they inhabit: the
headquarters of a company mirrors the people who
work there and the philosophy to which they aspire.
The Tacchini building features an architecture struc-
tured into two storeys, a fusion of materials and spac-
es that blend into a complete whole, expressing its
ethos and essence. In the background, Brianza, be-
tween Como and Milan, too blindingly green in sum-
mer, too grey and inward-looking in winter; these
places with their extremes form the backdrop to this
story, the very birthplace of design, where people and
ideas merge with the design culture. Each object,
each piece of furniture created in this building carries
withinit the hallmark of Italian design: the ability to
give any space a sense of place, be it public or private,
domestic or communal, filling it with presence.
004
At Tacchini, hands were the
first tool they learnt to har-
ness, and they continue
to use them to discern the
quality and value of the ma-
terials, before transforming
them, sewing them and
combining them together:
following ancient, knowing
rhythms, retracing and
honing history and memory.
Doing things by hand means
establishing a precise rela-
tionship between the object
and its creator, a percepti-
ble, visible transmittance
of sensitivity and respect:
and all this will be palpable
to the person who ultimate-
ly possesses the item in
question. A kind of ongo-
ing relay between what our
fingers can detect, in the
folds of a piece of leather
or in the curve of a frame,
and the actual hands that
have made those shapes
possible.
Tacchini è un luogo dove le
mani sono il primo tra gli
strumenti che hanno impa-
rato a valorizzare, e che
continuano a impiegare per
riconoscere il pregio e valo-
re dei materiali, per poi
trasformarli, cucirli, e acco-
starli tra loro: procedendo
secondo un ritmo di gesti
sapienti e antichi, ripercor-
rendo, e migliorando ogni
volta, la storia e la memo-
ria. Fare le cose a mano si-
gnifica stabilire un rapporto
preciso tra oggetto e crea-
tore, una trasmittanza, per-
cepibile e visibile, di sensi-
bilità e rispetto: e che si
rivelerà anche a colui che
possiederà quel manufatto.
Una sorta di staffetta conti-
nua tra quanto le nostre di-
ta riconoscono, nelle pie-
ghe di una pelle o nella
curva di un telaio, e le mani
stesse che hanno reso pos-
sibile quelle forme.