Quella mattina il Sole da dietro le sue tende la trovò
notevolmente più indisposta del solito a svegliarsi.
Più lento il riemergere dei sensi, più di tutti quello
della vista. Qualche retaggio della notte la tratteneva
ancora in trappole di ragnatela, ma niente s’era impresso
nel suo ricordo di ciò che aveva visto o sentito durante
il sonno. Solo più tardi il pensiero sarebbe riandato
disperatamente alla ricerca di ciò. Nessuno al risveglio,
checché abbia dormito quantomai profondamente,
dubita mai che la realtà possa aver disertato il suo
posto di granitica sentinella della propria incoscienza
notturna. Leggera e senza memoria, né del passato
né del futuro già programmato: tutto il prima e il
dopo era coperto da una coltre di nebbia impenetrabile.
Esisteva solo il suo eterno attimo presente in cui si
spostava misurando i passi attraverso i metri di un
ambiente solitamente familiare ma che quella mattina
le sembrava di non riconoscere. Forse era solo quel suo
sentirsi insolitamente minuscola e fragile. Si limitò a
seguire con pazienza il primo indizio di sole che vide
stagliarsi sul pavimento e gli andò incontro.
VI
VII
Incipit