Piombò in un sonno di sabbia prima
del solito quella sera. In un istante,
serrati gli occhi, nel letto tutto si ruppe.
Non sarebbe mai riuscita in seguito
a trovare le parole giuste per esprimere
quello sgocciolare lento come in un
tunnel, quel sentirsi trascinare giù e
altrove. Là in fondo le ore divennero
secoli, i doveri inconsistenti, i rumori
addolciti e lontani, la velocità sgretolarsi
in un lago di petali, come la calma che
riveste i sassi del tempo sul letto del
fi ume dei giorni. La bellezza farsi
unica ragione degli occhi e della vista,
l’eleganza come un soffi ce tappeto su
cui camminare per osservare il mondo.
Fuggiva inseguita dalla cascata
degli attimi e trovò da annegarsi nel
placido mare dei secoli. Non sarebbe
mai stata in grado di decidersi se fosse
stato sogno o realtà. E se dal sogno si
fosse mai destata da allora. O meglio:
se dalla realtà si fosse mai risvegliata
da allora, come da un sogno.
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Prefazione
V
IV