I suoi passi tornarono a farsi lenti, come
se adesso stesse camminando immersa nel
miele traboccante da quel favo lassù in alto,
percorrendo un tratto dove gli apparivano
le piacevolezze della vita, quelle vere, che
si possono gustare soltanto stando seduti, o
procedendo ad una velocità molto ridotta.
Tutto riacquista la propria dimensione, il
proprio esatto valore di
grandezza, distorto
in precedenza da una
velocità e una frenesia
malsane.
Si ritrovò a contatto con la
causa diretta di quel fracasso: un
oggetto ordinario, della sua vita
quotidiana, che mai aveva visto in
simili dimensioni o fattezze. Si
vedeva grande appena come uno dei
numeri del quadrante!
Mentre fi ssava quella sveglia
probabilmente caduta da qualche
ripiano in alto, un passerotto dalle
piume ambrate, volato chissà da dove
venne a sbattere le sue ali sopra il
marchingegno infernale e posandosi
sul bottone di spegnimento fece cessare
il sibilo disperato.
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