Il tempo. Rapidità e millenni, stagioni, ere, giorni, minuti tutto si presentava semplice e riassunto
nella forma della lentezza, della calma di quell’insetto e del suo canto spensierato, nella placidità statica di quel paesaggio
che rifl etteva impassibile le schegge ingiallite della luce del giorno.
Ancora la nebbia attorno al passato e al futuro si strinse accerchiando la coscienza che, arcigna e severa , girava con un
lumicino negli scaffali delle preoccupazioni della mente, trovandoli sorprendentemente vuoti. Ecco perché si sentiva leggera
e libera di starsene lì a far niente. Lì ad ascoltare quell’ozio umile, quella calma serena, senza bisogni. Non sapeva cosa
avrebbe pensato al prossimo risveglio, oggi quello che desiderava era poco, e non più lontano del suo braccio. Oggi sarebbe
bastato sedersi e guardare il cielo, lasciare che il tempo corresse per la sua strada oppure fl uisse lento con le stagioni.
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