Il Luogo.
Dal Lido, dove si perdeva in estenuanti cavalcate con l'amico G. Byron, Percy
Shelley poteva vedere i Colli Euganei azzurri e remoti.
Era una delle sere limpide e cristalline che Venezia regala ogni tanto; al poeta
inglese, quei monti dalle lontane sagome a pan di zucchero, intravviste tra le
sartie delle navi alla fonda, sembravano le Cicladi, come sorgono, irreali ed
evanescenti dal mar Egeo.
Colli che balzano improvvisi da pianure fumose, fitte di abitati, oggi anche di
fabbricati industriali. Campanili aguzzi, frontoni classicheggianti di ville e di
chiese, antiche mura di cotto e chiesoni neogotici, mattoni e stradoni affollati di
macchine ed autotreni, stradine dalle prode fiorite di bocche di leone.
Dalla distruzione di rocche e castelli, si salvano ancora oggi magnifiche cinte
murate, tante e ben conservate...: Montagnana.
Il Fare.
Nocchieri, marinai, contadini ed artigiani...che strapperanno la terra palmo a
palmo alle velme ed ai canneti. L'urbanizzazione diffusa non ha cancellato i
paesaggi descritti dal Petrarca e dipinti dal Giorgione. Aspetti, volti, tradizioni
antiche coesistono con tecnologie d'avanguardia. L'ostinata applicazione delle
virtù tradizionali all'imprenditoria artigianale ed industriale, quali lo spirito
d'iniziativa e l'immaginazione sono i riflessi di luci sfolgoranti che da questo
territorio continuano ad illuminare il mondo.
E che hanno edificato l'estro e la genialità di grandi architetti, Scamozzi, vicen-
tino, Palladio, padovano e di grandi pittori, dalla dinastia dei Bellini al
Tintoretto, al Tiepolo...e ancor oggi offre, di per sè prodotti ricercatissimi,
quali essi furono in tempi antichi per Ateniesi e Siracusani.