Sanluca Limited Edition
Quella che andiamo a raccontare è
una lunga storia. Una storia di fratellanza
e di amicizia, di genialità e divertimento.
Una storia “per sempre” che, oggi,
in un momento esteticamente fragile,
può trasformarsi in un vero paradigma.
Come tutte le storie che si rispettino
anche questa però non può che
cominciare così: c’erano una volta,
molti anni or sono, due giovani uomini
che dividevano ogni esperienza,
marciavano in coppia e uno terminava,
senza sforzo alcuno, le parole dell’altro.
Achille e Pier Giacomo Castiglioni,
fratelli (questo è evidente!), lavorano
fisicamente uniti tra il 1943 e il 1968.
Da quella data in poi, ovvero dalla
prematura scomparsa di Pier Giacomo,
Achille cammina da solo sulla strada che
avevano tracciato insieme, coltivando
la memoria del fratello e facendo sì che,
per quarant’anni ancora, si parlasse di lui
sempre e comunque al presente, come
se fosse ancora tra noi. Ma torniamo
un momento indietro, a un punto della
vicenda in cui non vi sono ancora
avvisaglie di quanto avverrà in futuro.
È il 1954 circa, Achille e Pier Giacomo
hanno appena conosciuto, grazie a Lucio
Fontana, un vulcanico giovanotto, Dino
Gavina, personaggio strano, difficile da
definire: un po’ imprenditore, un po’ lui
stesso artista, forse semplicemente un
maieuta. Loro tre, Pier Giacomo, Achille e
Dino, costruiranno una parte importante
del design italiano (e soprattutto un
esempio di quel rapporto tra designer
e produttore che ne costituì il segreto).
Come sempre avviene con la memoria
degli uomini però, questa storia sarebbe
oggi dimenticata se non ne esistesse
una puntuale testimonianza: non penso
ai ricordi ormai labili di chi fu con loro a
quei tempi, penso a un ricordo che si è
fatto icona, una poltrona indimenticabile
e indimenticata. La Sanluca (così
chiamata dall’omonimo portico di
Bologna ove fu fotografata da Mauro
Masera) nasce tra il 1959 e il 1960. Viene
presentata alla XII Triennale di Milano,
suscitando opinioni contrastanti:
una parte della critica la interpreta
come un ritorno a temi tipologici
borghesi, quasi una bérgère, un’altra
parte si affanna a giustificarne la linea,
totalmente inedita per un imbottito, come
omaggio al Futurismo e a certe “forme
dinamiche nello spazio” di Boccioni.
Pochi ne comprendono il portato di
innovazione: nella Sanluca proprio
ciò che appare pura forma è in realtà
pura funzione. La capacità “sculturale”
dei due fratelli, ereditata dal padre
Giannino, celebre scultore, ha infatti
saputo trasformare in iconico un gesto
che è, in realtà, da un lato ergonomico,
dall’altro produttivo. La sagoma “a onde”
rappresenta infatti un corpo umano
seduto: si tratta quindi di una delle prime
manifestazioni di una nuova scienza
che, provenendo da ambienti tecnici,
l’automobile in particolare, si affacciava
allora sulla scena del design: più tardi si
chiamerà ergonomia. Ogni singola curva
della Sanluca coincide, a ben vedere, con
un preciso punto della colonna vertebrale
umana: la piega tra il collo e le spalle,
quella tra la schiena e le natiche, quella
tra le natiche e le gambe. Seguendo
Sanluca Limited Edition
The story we’re about to tell you is a
long one. A story of brotherhood and
friendship, of genius and fun. A “forever”
story that, today, at an aesthetically
fragile time, can morph into a real
paradigm. Like any respectable story,
this one can’t help but begin as follows:
once upon a time, many years ago, there
were two young men that shared every
experience, walked side-by-side, where
one — without even trying — finished
the other’s sentences. Achille and Pier
Giacomo Castiglioni brothers physically
worked together from 1943 to 1968.
From that date onward, that is, from
the early death of Pier Giacomo, Achille,
on his own, thread the path that they had
laid together, preserving the memory
of his brother and making sure that he
would always be talked about for another
40 years in the present tense, as if
he were still among us. But let’s take
a step back to a point in the story when
there weren’t any signs of what would
happen in the future. It is about 1954
and thanks to Lucio Fontana, Achille
and Pier Giacomo have just met an
energetic young man, Dino Gavina,
an odd person, hard to define: a little bit
entrepreneur, a little bit artist himself,
perhaps simply a maieutic being.
The trio, Pier Giacomo, Achille and Dino,
created an important part of Italian
Design (and above all, a model of that
relationship between designer and
producer that was, indeed, the secret
of success). However, as it always goes
with people’s memories, the story would
have been forgotten if a precise account
didn’t exist. I don’t mean the memories,
by now faded, of those who were with
them in those days, but am thinking of
a memory that has become an icon, an
unforgettable and un-forgotten armchair.
The Sanluca (named after the Bologna
portico of the same name, where Mauro
Masera photographed the armchair)
was created between 1959 and 1960.
It was introduced at the XII Triennale
Museum in Milan, causing quite a stir:
one side of the criticism interpreted
it as a return to typological bourgeois
themes, almost a bergère; another side
had a hard time justifying its line, never-
before-seen for a padded piece, like
an homage to Futurism and to certain
“dynamic forms in space” by Boccioni.
Few comprehended the extent of its
innovation; what seems to be precisely
pure form in the Sanluca is, actually,
pure function. In fact, the two brother’s
“sculptural” ability inherited from their
father Giannino, a famous sculptor,
managed to transform a gesture that
was on the one hand ergonomic and on
the other hand productive, into an icon.
Indeed, the “wave” silhouette represents
a seated human body, making it one
of the first expressions of a new science
that - coming from technical sectors
and the automotive world in particular -
appeared on the design scene
in those days. Later on, it would be
called ergonomics. Every single curve
of the Sanluca, as you can easily see,
coincides with a precise point on
the human backbone: the fold between
the neck and shoulders, that between
the back and buttocks, that between
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