VITTORIO GREGOTTI
LODOVICO MENEGHETTI
GIOTTO STOPPINO
Vittorio Gregotti (Novara, 1927),
Lodovico Meneghetti (Novara, 1926)
e Giotto Stoppino (Vigevano, 1926
– Padova, 2011) collaborano tra il
1953 e il 1969 sotto la sigla Architetti
Associati, divenendo ben presto un
punto di riferimento fondamentale nel
coevo dibattito. Si occupano di tutte
le scale progettuali dall’architettura
all’arredamento al design (importanti,
a questo proposito, le collaborazioni
con SIM e Arteluce). La loro opera
viene inizialmente situata nell’ambito
della discussa corrente Neoliberty,
in realtà il loro è sostanzialmente un
rifi uto degli ultimi echi del cosiddetto
International Style. Tra le architetture
di questo periodo ricordiamo in
particolare, nel 1956, la residenza per
gli operai dello stabilimento Bossi a
Cameri-Novara. Incisiva la presenza
alle grandi manifestazioni dell’epoca:
nel 1954 progettano, in seno alla X
Triennale di Milano, l’arredamento per
un “alloggio Ina-casa”, cui segue nel
1960, per la XII Triennale, un “alloggio
rurale”. Nel 1958 partecipano
alla “I Biennale dello Standard
nell’Arredamento”, a Mariano Comense.
Nel 1960 sono tra i protagonisti dell’
importante mostra “Nuovi disegni per
il mobile italiano”, presso la galleria
“L’Osservatore delle Arti Industriali”
a Milano. Rimane celebre e ottiene il
“Gran Premio”, nel 1964, l’allestimento
per la XIII Triennale di Milano, dedicata
al “Tempo Libero”. A Palazzo Strozzi,
a Firenze nel 1965, partecipano,
con l’ipotesi per una “Trasformazione
spaziale della zona servizi”,
a “La casa abitata”, biennale
degli interni, curata da Michelucci
e Spadolini. Nel 1969 il sodalizio
Architetti Associati si scioglie:
Gregotti, Meneghetti e Stoppino
proseguono, con signifi cativi risultati,
la libera professione.
VITTORIO GREGOTTI
LODOVICO MENEGHETTI
GIOTTO STOPPINO
Vittorio Gregotti (Novara, 1927),
Lodovico Meneghetti (Novara, 1926)
and Giotto Stoppino (Vigevano, 1926
– Padua, 2011) worked together
between 1953 and 1969 under the
name of Architetti Associati, very
quickly becoming key reference
fi gures in the contemporary debate.
Their work encompassed a range of
areas, from architecture to furniture
and product design and they created
important collaborations with SIM
and Arteluce. They were initially
associated with the much-discussed
Neoliberty movement but, in reality,
their work was largely a rejection
of the fi nal echoes of the so-called
International Style. Their architectural
designs of this time include, in 1956,
the residence for workers
of the Bossi factory in Cameri-Novara.
Their presence at the major shows
of the period was always noteworthy:
in 1954, at the X Milan Triennale,
they designed the furnishings for
a ‘INA working-class fl at’ and this
was followed in 1960, for the XII
Triennale, by a ‘rural home’. In 1958
they took part in the ‘I Biennale of
Furnishing Standards’ in Mariano
Comense. In 1960 they played a lead
role at the major ‘New Designs for
Italian furniture’ exhibition at the
‘L’Osservatore delle Arti Industriali’
gallery in Milan. In 1964 their design
for the XIII Milan Triennale, dedicated
to ‘Free Time’, made a name for itself
and won the ‘Gran Prix’ award.
In 1965, they participated in the
‘La casa abitata’ interior design
biennial at Palazzo Strozzi in Florence,
curated by Michelucci and Spadolini,
with their interpretation of a ‘Spatial
Transformation of the serving spaces’.
The Architetti Associati association
disbanded in 1969 but Gregotti,
Meneghetti and Stoppino continued
to work individually with signifi cant
results.
Vittorio Gregotti
Lodovico Meneghetti
Giotto Stoppino
Icone Poltrona Frau Icons
I maestri delle icone
The masters of the icons
28