62
63
“Appena ebbi riconosciuto il sapore del pezzetto di madeleine, inzuppato nel tiglio ...”
Evoca ricordi, suscita emozioni del tutto nuove o al contrario già provate, riporta alla mente atmosfere e scene
di vita di un passato anche lontano, a volte identifica specificatamente una persona cara: il cibo è tutto questo,
è uno straordinario “attivatore” della macchina del tempo, è un mezzo per riannodare i fili della nostra storia ma
anche un termometro per misurare la qualità della vita presente. Molti episodi della nostra vita sono legati al cibo
che al di là dei momenti tristi o felici ha spesso scandito una quotidianità fatta di abitudini, riti e tradizioni, a volte
dimenticate ma spesso ritrovate. Nella sua opera più importante l’autore francese mette in relazione cibo e della
memoria. Riassaporato dopo anni, il sapore della madeleine, un dolce tradizionale francese a forma di conchiglia,
ricorda al protagonista le giornate d’infanzia passate a casa della zia malata a Combray.
It evokes memories, creates entirely new emotions or perhaps those already known, it brings to mind a vision of
scenes from the past, the faraway past, sometimes it specifically identifies someone dear to us: food is all this, it is
an extraordinary “activator” of a time machine, it is a means of reconnecting all the pieces of our history, but also
a thermometer with which to measure the quality of our current life. Many episodes of our life are tied to food,
which aside from our happiest and saddest moments, often defines our everyday routines, rituals and traditions,
sometimes forgotten, often found. In his most important work, the French author created a link between food
and memory. After many years, the flavour of that Madeleine, a traditional French shell-like sweet, immediately
reminded the protagonist of his youth, the days spent at his ill aunt’s house in Combray.
“AND ONCE I HAD RECOGNIZED THE TASTE
OF THE CRUMB OF MADELEINE SOAKED IN HER
DECOC TION OF LIME-FLOWERS...”