PROGETTI DI DESIGN 03
6 — 7
Il design è
una storia
sentimentale
— Q&A
— Cosa ti rende felice come progettista?
Andare a dormire pensando al progetto e
svegliarmi al mattino per vedere i bozzetti
della sera prima.
— Qual è la tua più grande paura?
Quella di rimanere deluso dal mio lavoro.
E l’idea di voltarmi indietro un giorno e
capire di aver dedicato tempo alle cose
urgenti e non a quelle importanti.
— Quali sono le tre qualità fondamentali
che deve avere un buon oggetto?
Deve rendere orgoglioso chi lo
possiede. Deve essere un argomento
di conversazione perché sennó è di
una noia mortale. Deve anche piacere
in modo semplice e istintivo.
— C’è un designer che ammiri?
Ce ne sono tanti. Marcel Wanders su
tutti per quello che ho imparato lavorando
con lui.
— Cosa avresti fatto se non avessi fatto
il designer?
Da bambino volevo fare l’artista.
In Pianca, ha portato quest’idea di lasciar
parlare gli oggetti e ascoltare le sensazioni
che provocano: il letto Domenica, con la
sua abbondanza, dice di un abbraccio
mattutino mentre le geometrie ortogonali
del contenitore Tokyo raccontano di un
mondo organizzato e rigoroso. Simone
Bonanni cerca di capire cosa possa
portare un oggetto nel nostro vivere,
ne codifica il ruolo e in base a quello gli
dà la parola lasciando emergere il tipo
di atteggiamento, il tono di voce e il modo
di muoversi. Questa capacità immaginativa
porta Bonanni a una certa immediatezza
nel creare oggetti dal carattere speciale.
Il suo è un approccio sentimentale e i suoi
progetti sono un po’ figli, un po’ innamorati:
“Quando sono in fase di creazione”, rivela,
“mi sveglio la mattina e non vedo l’ora
di rivedere il progetto su cui sto lavorando.
È come la mattina di Natale quando
da bambino trovavi un giocattolo sotto
l’albero”.