DESIGN NOTES 01
6 — 7
L’ossessione
per i dettagli
— Q&A
Grazie alla padronanza tecnica e alla
conoscenza dei processi di produzione,
Tabet sa trasformare un’intuizione in un
vocabolario formale che sfida ed esalta
le competenze artigianali di Pianca.
La sua ambizione è che ogni oggetto
possa raccontare una storia del proprio
tempo. I suoi pezzi, infatti, non potevano
essere realizzati nel passato: c’è sempre
una chiave formale o un’ispirazione
legata al mondo di oggi che fa sì che
quel prodotto non avrebbe potuto essere
disegnato nel passato. L’attenzione ai
particolari, alla percezione della qualità di
un arredo e la cura dei dettagli sono quasi
un’ossessione per lui. Tabet riconosce
al designer un ruolo di responsabilità nei
confronti del proprio lavoro che è evidente
quando dice che: “Disegnare un oggetto
ha un peso. Mettere al mondo un oggetto
nuovo è una scelta attiva. Questa scelta
voglio che sia fatta nel modo migliore”.
— Cosa ti rende felice come progettista?
Il primo prototipo: la magia che si spri-
giona quando un altro prende per la prima
volta in mano il mio lavoro e mi fa vedere,
con un prototipo, come potrebbe essere
prodotto in serie. Significa che finalmente
siamo riusciti a raggiungere un livello di
cura dei dettagli che mi soddisfa.
— Qual è la tua più grande paura?
Pensare che ci siano in circolazione dei
prodotti miei di cui non sono convinto.
— Quali sono le tre qualità fondamentali
che deve avere un buon oggetto?
Deve avere una fisionomia riconoscibile.
Deve essere comodo. E deve avere le
giuste proporzioni.
— C’è un designer che ammiri?
Mi piace molto il lavoro di Jasper Morrison,
penso che mi abbia influenzato molto la
sua ricerca della semplicità e la sua capa-
cità di proporre oggetti non invadenti che
abbiano un carattere forte e distintivo.