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un’accezione di “spazio-
oggetto”, legato cioè
ad una forma sculturale
e al tempo stesso ad
una evanescenza, un
luogo praticabile e un
miraggio dello sguardo.
La natura organica e
la geometria, l’interno
come spazio fisico e
psicologico, la tecnologia
e il suo riverbero nello
spazio emotivo, e
ancora la possibilità
di manipolazione
della materia nei
luoghi dell’alterità e
dell’estraneità mi danno
modo di lavorare su una
quantità di elementi
diversi che si manifestano
tra costruzione e
decostruzione, tra
elementi di affezione
personale e proiezione
pubblica. Cerco spesso
l’incontro tra l’elemento
caldo, emotivo di un
soggetto in qualche
modo familiare e il suo
manifestarsi su un piano
visuale e poetico diverso,
filtrato da una percezione
mista di memoria e
virtualizzazione.