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P r o p o s t a
p e r i l P l o t n . 2
T h e c e n t r e
o f t h e w o r l d i s
e v e r y w h e r e f o r w h o
a p p r e c i a t e s C h e e s e
La cibernetica fa impazzire la dialettica e
unisce due scene nella geometria di un tap-
peto tondo dove ad indicare la differenza sono
i pattern sfalsati e le ombre degli oggetti (un
fico cyberpunk che qualcuno ha iniziato a
sbucciare, due bicchieri). L’ombra del primo
è perpendicolare perché visto dall’alto (dentro
si vede succedere una fusione tra organico e
tecnologico). Le macchie nere che la coppia
di bicchieri sembra proiettare suggeriscono
un punto di vista illusorio, negato dall’occhio
onniscente che guarda l’acqua al loro interno:
i limiti di un punto di vista situato nello spa-
zio-tempo sono edulcorati con una risposta
moltiplicata all’univocità misera di un’imma-
gine anamorfica.
Anche, si fanno carotaggi di esperienze per
estrarne i diversi piani, dall’alto: una sfera;
tre scatole di cartone; altre due scatole, due
topi bianchi con orecchie coda e zampe blu—
uno dei quali si vede reggere una penna e
l’altro un blocco di appunti; quattro scatole. I
topi sono gli unici abitanti del terzo piano ad
essere bianchi; gli altri elementi sono ingrigiti
come certi intonaci carichi di polveri sottili.
In qualche modo sono già usurati, e conti-
nueranno ad esserlo.
Ancora, sono stati i batteri ad aver cagliato la
scena: una palude è diventata solida e ha as-
sunto una forma centrifuga, non ci sono ap-
pigli per lo sguardo che finisce sempre fuori
dalla traiettoria iniziale. Due zampe di rana
sono emerse dalla spuma insieme a due alghe,
le estremità delle prime hanno iniziato ad in-
trecciarsi. Sono immobili perché è stata ac-
cesa la luce.
A p p u n t i
Per estrarre l’accidente produttivo di estasi
e superarlo, si improvvisa la distanza attra-
verso un processo di scomposizione. Il ben-
daggio nega l’oggetto nella sua funzionalità
e lo protegge, riassorbendolo nella sfera dei
sogni, dove la partecipazione dell’Altro è pro-
gettata, contemporaneamente attiva e pas-
siva. La stessa sorte capita a chi vuole guar-
dare e leggere — testimone, fuori sincrono
per definizione. E ancora, il fatto stesso che
si trovi qui e ora a testimoniare inizia a sug-
gerire una tendenza e direzione, l’interpre-
tazione dei capitoli successivi tramite forme
di prossimità e coesistenza.
Rimane tuttavia ancora da capire se il deside-
rio che spinge visceralmente verso queste am-
bigue esche di esperienze (Plot n. 1 e n. 2)
è quello di ‘benessere’.
C o l o n n a s o n o r a
T h e B e a t l e s ,
I ’ m O n l y S l e e p i n g
Stay in bed, float upstream
...
Everybody seems to think I'm lazy
I don't mind, I think they're crazy
Running everywhere at such a speed
Till they find there's no need
(There's no need)