“This year our products have
been stimulated by a strong
desire not to abandon fluidity,
sensuality or comfort.
The concept of comfort is also
visually translated in the tactility
of the materials. Our eye is
guided on every curve while a
great feeling of calm emanates
from the whole range. The notion
of protection, of shelter, is very
important in my work and I
think the collection reflects that
well. We are enveloped in these
fluid forms as if we were inside a
cocoon in which we would
like to live ever”.
Vincent Van Duysen
“Quest’anno il concetto di
comfort si traduce visivamente
anche nella tattilità dei
materiali. Il nostro occhio è
guidato su ogni curva mentre
un grande senso di calma
emana dall’intera gamma.
La nozione di protezione, di
riparo, è molto importante
nel mio lavoro e penso che
la collezione lo rifletta bene.
Siamo avvolti in queste
forme fluide come se fossimo
all’interno di un bozzolo in
cui vorremmo dimorare
permanentemente del nostro
tempo”.
Vincent Van Duysen
4 — 5
Home
Living is once again central to every corner of the home. A
theater of life experienced, where the quality of the home
environment is the key premise for planning the various
rooms: increasingly more versatile, multifunctional, able
to adapt and mould itself to a second usage. An idea of
a cosy, reassuring and welcoming home. But constantly
evolving, which Molteni&C interprets through wall
systems, the protagonists of the project and part and
parcel of the architecture. “The home aspires to holistic
well-being and to organic playfulness”, explains creative
director Vincent Van Duysen, who is looking for lightness,
fluidity and the etherial in the Molteni&C|Dada 2022
narrative project. While in the previous few years the
narrative project paid tribute to the great protagonists of
international modernism, this year references to the roots
of the movement are fleetingly mentioned, evocative. It
mentions the atmospheres: the fluid homes, to be lived
in, the large and convivial rooms linked one to the other,
the permeable internal and external spaces. And above
all that idea of space, extremely elegant but without
any ostentation for ostentation’s sake, in tune with the
surrounding landscape. Paraphrasing Alvar Aalto: spaces
that in their form express content and that content is
linked to Nature. Vincent van Duysen imagines a single
storey house, in which you can feel in touch with the
ground, with the outdoors. Think of homes marked by
transparency, organized with light-weight partitions and
wide outward-looking verandas and terraces: thresholds,
open spaces halfway between indoors and outdoors,
spaces that are private but in direct contact with light
and Nature. “It’s a hymn”, explains Vincent Van Duysen,
“to ethereal design, inspired by the great pavilions of the
modernist era”. Dynamic spaces characterized by the
lightness of the lines, skillfully combined with details and
materials that create softly shaped products.
Light becomes an integral part of the design of the
space, because it modulates the way the architectural
composition is perceived and expressed. In this
approach, the furnishings and the modular units
become protagonists in the layout of the rooms. They
are part of the architecture, because they fuse with
the very articulation of the house, integrating new
compositional possibilities that wrap round the existing
architectures, such as the fireplace, or foresee new
built-in functions such as the bar and the home office.
In this way a symbiosis is created between furnishing
systems and architectural walls. And a dialogue
between the structural and the mobile furniture, which
become soloists within the home. Vincent Van Duysen
is fond of pure, sensual-feeling material finishes. Pale
and material woods, such as natural oak and eucalyptus,
handbrushed or with visible grain, to create unique
surfaces, live to the touch. In textiles he prefers light
and earthy colors and material patterns that highlight
the rounded shape of the cushions. For a home to be
“felt”, soft and real. To be wrapped around itself, like a
dress made to measure.
Light is the core of Joel Denot’s work and his
masterpieces have been chosen to accompany the
new collection. Rather than producing imagery which
merely captures the reality of the world around us,
the observer immerses themselves in the lightness of
light and air that Joel’s work exudes. Denot’s work is
characterized by the uniqueness of colour that cannot
be photographed since it does not exist in front of the
camera, but inside it, created at the same moment as
the process that captures it.
L’abitare torna centrale negli spazi della casa. Un
teatro di vita vissuta, dove la qualità dell’ambiente è il
presupposto cardine nella progettazione degli spazi:
sempre più versatili, multifunzionali, capaci di adattarsi
e potersi modellare a seconda dell’uso. Un’idea di casa
accogliente, calda e rassicurante.
Ma in continua evoluzione, che Molteni&C interpreta
attraverso i sistemi a parete, protagonisti del progetto
e parte integrante dell’architettura,“La casa aspira al
benessere olistico e alla giocosità organica”, spiega
il direttore creativo Vincent Van Duysen che, nel
progetto narrativo Molteni&C|Dada 2022, ricerca i
concetti di leggerezza, etereità e fluidità. Se negli anni
precedenti il progetto narrativo ha reso omaggio ai
grandi protagonisti del modernismo internazionale,
quest’anno il riferimento alle radici del movimento è
accennato, evocativo. Ne cita le atmosfere: le abitazioni
fluide, da vivere, gli ambienti collegati, ampi e conviviali,
gli spazi interni ed esterni compenetranti. E soprattutto
quell’idea di spazio dall’estrema eleganza ma privo
di sfarzo fine a se stesso, in armonia con il paesaggio
circostante. Parafrasando Alvar Aalto: spazi che nella
forma esprimono un contenuto e quel contenuto è
collegato alla Natura. Vincent van Duysen immagina
una casa a un solo piano, per sentirsi in contatto con la
terra, con l’esterno. Pensa ad abitazioni nel segno della
trasparenza, organizzate con partizioni leggere e grandi
aperture verso verande e terrazze all’esterno: spazi
liminari, liberi e a metà tra intero e open air; ambienti
privati ma in contatto diretto con la luce e la natura.
“È un inno”, spiega Vincent Van Duysen, “a un design
leggero, che si ispira ai grandi esempi di padiglioni
dell’epoca modernista”. La luce diviene parte integrante
del design dell’ambiente, perché modula la percezione
e l’espressione della composizione architettonica.
In questa logica, gli arredi e sistemi componibili
diventano protagonisti nell’organizzazione degli
ambienti. Sono parte dell’architettura, perché si fondono
con l’articolazione stessa della casa, integrando nuove
possibilità compositive che avvolgono architetture
esistenti, come il camino, o prevedono nuove
funzionalità integrate come il bar e l’home office. Si
viene così a creare una simbiosi tra sistemi arredativi
e pareti architettoniche. E un dialogo tra gli arredi
strutturali e quelli mobili, che divengono oggetti
solisti nell’interno dell’abitazione. Vincent Van Duysen
predilige nelle finiture materiali puri, sensuali da
toccare. Legni chiari e materici come il rovere naturale
e l’eucalipto, con venature a vista o spazzolati a mano,
per creare superfici uniche e vive al tatto. Nei tessuti
privilegia colori chiari e delle terre e trame materiche
che fanno risaltare la forma stondata degli imbottiti.
Per una casa da “sentire”, morbida e vera. Da arredare
intorno a sé, come un abito su misura.
La luce è anche al centro del lavoro di Joel Denot,
le cui opere sono state scelte per accompagnare le
immagini della nuova collezione. Anziché produrre delle
raffigurazioni che si limitano a catturare la realtà del
mondo che ci circonda, chi osserva si trova immerso
nell'intensità della luce e nella luminosità dell'aria che
trasuda dall'opera di Joel. Le opere di Denot sono
caratterizzate dall'unicità del colore che non può essere
catturato dall'apparecchio fotografico perché non
esiste davanti alla fotocamera ma all'interno di essa,
creato nello stesso momento in cui viene catturato dal
processo fotografico.
Teatro del Mondo, Aldo Rossi, 1979