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Poche volte nella vita professionale ho incontrato
industriali intellettuali aperti, capaci di entrare nel
cervello complicato del designer, capaci di avere pazienza
anche se l’esistenza si fa rischiosa, anche se la coesistenza
tra idee di design e imposizioni di mercato si fa
improbabile.
Industriali di questa qualità ne ho conosciuti pochi e tra
questi pochi credo di poter annoverare la famiglia Arosio,
proprietari dell’industria Glas Italia. Una industria
collocata in Brianza e specializzata – molto specializzata –
nella lavorazione di grandi lastre (600 x 321) di vetro
e cristallo; cioè taglio, tempera, stratifica, incollaggio,
incisione, sabbiatura, verniciatura e altro per edilizia
e arredamento.
Hanno anche pensato di poter usare un sistema che
permette di produrre lastre di specchio colorate
incollando tra due lastre di cristallo speciali pellicole
che filtrano la luce colorandola.
Il catalogo dei colori dei filtri è vastissimo.
Sarà stato un caso ma non credo: i signori di Glas Italia
mi hanno chiesto se avrei accettato di disegnare qualche
specchio colorato e naturalmente ho detto
“Sì, molto volentieri”.
Si sa che una cosa è lavorare con molti colori e un’altra
cosa lavorare con un solo colore. Se si devono tenere
insieme molti colori nascono i problemi del rapporto tra
le diverse quantità delle superfici cromatiche e le segrete
dinamiche che la presenza dei colori inevitabilmente
provoca dentro la superficie. Disegnare con il colore
diventa una operazione complicata ma anche liberatoria:
si possono abbandonare la strutture degli assi cartesiani
e si possono inseguire nuove strutture dettate dal colore
e in una nuova continua dinamica.
Questi i problemi che si sono incontrati per strada
disegnando specchi colorati; sono i problemi che anche
sollecitano la curiosità del progettista.
Si dice: “Che qualche ignota divinità ci protegga”.
Ettore Sottsass
Milano, 28 dicembre ’07
During my professional life I have known only few open-
minded intellectual industrialists able to get into the
complicated head of the designer, able to be patient when
life becomes risky, when, for instance, the coexistence
between the ideas of design and the demands of the
market becoming improbable.
I have known few industrialists with this quality.
Among these few I believe I can count the Arosio family,
owner of the factory Glas Italia. It is a factory set in
Brianza and it is specialized -very specialized- in
processing large glass and crystal plates (600 x 321 cm)
with cutting, tempering, laminating, glueing, engraving,
sandblasting, painting and more, for the building and
furniture trades.
They also invented a system to produce coloured mirror
plates, by assembling two glass sheets with special films
between them, films which filter and colour the light.
The catalogue of colours is very wide.
I don't believe it was by chance that the gentlemen of
Glas Italia asked me if I wanted to design some coloured
mirrors, and of course I said:
“Yes, with great pleasure”.
It is known that working with many colours is different
from working with only one colour. If you have to keep
together many colours there are problems among the
different quantities of the chromed surfaces and the
secret dynamics that the presence of colour inevitably
creates on the surface. Designing with colour becomes
a complicated, but liberating exercise: you can abandon the
structure of the Cartesian axes and you can follow new
structures, guided by colours in new and continuous
dynamics.
These were the problems arising while designing the
coloured mirrors. They are problems stirring the curiosity
of the designer.
As they say: “May some unknown god protect us”.
Ettore Sottsass
Milano, December 28th 2007