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Ritratti — volume 1
Verona, Ritratto di silenzi
Caos — Caos o della meraviglia del
disordine, dell’energia convulsa senza un fine,
dell’aritmia sincopata, della “jungle”, del corpo
libero, della beanza aperta e vuota e abissale
e buia, dello sfondo permanente delle cose,
dell’origine di ogni fare non segnato già in
partenza da bivi trivi predisposti, dell’incertezza
e dell’angoscia, delle mille inebrianti direzioni
possibili (finché puoi, non scegliere), della
divina adolescenza. E poi Caos o della scienza,
quella strana ed attraente, estetica ed
estatica, differente e autosomigliante, dove
un niente, all’inizio, rende tutto, alla distanza,
deterministicamente inaspettato.
Caos seducente, promettente, a volte
illuminante, che se “grande è la confusione sotto
il cielo, la situazione è eccellente”.
Chaos — Chaos, or the wonder of disorder,
unrestrained aimless energy, syncopated
arrhythmia, of the “jungle”, the free body, of
gaping empty and abyssal and dark openness,
the permanent background of things, the
origin of every doing not already marked from
the outset by pre-set forks and crossroads,
of uncertainty and anguish, of the thousand
inebriating possible directions (as long as
you can, refrain from choosing), of divine
adolescence. And then Chaos, or namely
science, that strange and attractive, aesthetic
and ecstatic, different and resemblant science
where an inanity at the start makes everything,
in the long run, deterministically unexpected.
Seductive, promising, at times enlightening
chaos, where if “the confusion under the sky is
great, the situation is excellent”.
Caos
text by Michele Calzavara