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Mite prototypes
SONO STATI SVILUPPATI MODELLI E PROTOTIPI DI STUDIO?
MS — “Il primo modello era fatto con uno stampo chiuso tradizionale,
poi ci è venuto in mente di provare un’altra tecnica - il “rowing” - che si
basa sull’avvolgimento di fili attorno a un corpo pieno. Osservando i fili
che si potevano usare, ho trovato delle matasse considerate difettate,
in cui il filo non era perfettamente lineare, ma risultava un po’ vibrato.
Questo tipo di filo è diventato poi quello impiegato nella produzione finale.
Le fibre non sono tutte regolari: noi abbiamo voluto valorizzare questo
“difetto” che lo ha trasformato in una qualità sempre unica. Abbiamo
voluto spogliarci del senso di tecnicità e abbiamo voluto portare il valore
della manualità e un sapore materico caldo, come si sa fare in Italia.
In un prototipo iniziale avevo troncato la sommità con un taglio a 45 gradi
inserendo un faro di automobile. Se rivedo oggi quel primo prototipo mi
disturba un po’, ma è assolutamente normale perché rappresenta l’inizio
di un lungo percorso di ricerca. Per arrivare a un prodotto semplice,
bisogna lavorare molto. All’inizio il mio segno era troppo forte, quasi
violento. Foscarini è stata brava a mediarlo, ed è giusto così, questo è
il design. È il giusto equilibrio tra le parti in campo per fare insieme
un’opera comune. Solo lavorando con Foscarini, che sa trattare la luce,
che sa dare quel sapore alle trasparenze e quel calore alla matericità,
abbiamo fatto sì che il prodotto raggiungesse la sua giusta proporzione
e autenticità. Siamo riusciti a ottenere un oggetto molto più netto, pulito,
per cui la cosa importante è la luce che produce, la trasparenza del corpo
e la vibrazione che si visualizza nel disegno. Non un oggetto che urla,
ma un elemento dolce che entra nelle case.”
DID YOU MAKE MODELS AND PROTOTYPES FOR STUDY?
MS — “The first model was made with a traditional closed mould, but
then it occurred to us that we could try another technique – “rowing” –
based on the wrapping of threads around a full volume.
Observing the threads that could be used, I found some bundles that were
considered defective, where the thread was not perfect linear, but
seemed a bit vibrated. This type of thread became the resource for the
final production. The fibres are not all uniform: we wanted to utilize this
“defect” which makes each lamp have a unique quality. We wanted to get
away from the technical aspect, to bring the value of craftsmanship and a
warm sense of material back into play, which is something people know
how to do in Italy.
Interview with Marc Sadler
Foscarini — Mite Anniversario