COME È INIZIATA LA COLLABORAZIONE CON FOSCARINI
PER LA LAMPADA MITE?
MS — “Ho conosciuto Foscarini in un periodo in cui abitavo a Venezia e
Mite è stato il primo progetto sviluppato insieme. Per me Foscarini era una
piccola azienda che faceva vetro ed era una realtà lontana da ciò che
facevo io. Un giorno, per caso su un vaporetto, ho conosciuto uno dei soci.
Parlando del nostro lavoro e di ciò che facevamo, mi riferì di un tema sul
quale stavano riflettendo. Mi chiese di pensare a un progetto che avesse il
sapore incerto del vetro - quell’aspetto artigianale che è impossibile da
controllare e che fa sì che ogni oggetto abbia la sua personalità - ma che si
potesse produrre industrialmente, con una visione più integrata. Ci siamo
lasciati salutandoci, promettendogli di pensarci.”
HOW DID THE COLLABORATION WITH FOSCARINI
FOR THE MITE LAMP BEGIN?
MS — “I got to know Foscarini in a period when I was living in Venice,
and Mite was the first project we developed together. For me, Foscarini
was a small company that made glass, a focus that was quite different
from what I was doing. One day I met one of the partners by chance,
on a vaporetto. Conversing about our work, he told me about a theme that
was on his mind at the time. He asked me to think about a project that
would have the sense of uncertainty of glass – that handmade aspect that
is impossible to control and grants every object its own personality – but
could also be industrially produced, in a coordinated vision. We parted
with a promise to think about the idea.”
QUAL È STATA L’IDEA PRINCIPALE CHE HA DATO IL VIA
A QUESTO PROGETTO?
MS — “Stavo andando a Taiwan per un progetto di racchette da tennis
e di mazze da golf per un’azienda che lavorava la fibra di vetro e la fibra di
carbonio. Quello è un mondo per cui i prodotti hanno grandi numeri, non
pochi esemplari. La racchetta, quando la si produce, quando esce dagli
stampi, è bellissima; poi le persone che la lavorano cominciano a pulirla, a
rifinirla, a verniciarla, a ricoprirla di vari elementi grafici e così pian piano
perde parte del fascino della fase produttiva. Alla fine hai un oggetto che
è carico di segni che nascondono la vera struttura e il prodotto finale
risulta per me sempre meno interessante del prodotto nella fase iniziale.
Interview with Marc Sadler
009
Mite
Foscarini — Mite Anniversario