La dimensione monumentale della
fibra di carbonio è invece stata spinta
e sperimentata sulla Twiggy lampada a
vocazione ambientale il cui stelo costituisce
una vera scommessa tecnica. Lo stelo
si piega e oscilla e per raggiungere le
caratteristiche meccaniche per la curvatura
è stata scomposta in due pezzi. Lo sviluppo
dell’asta di circa 320 cm comporta lo
sdoppiamento dello stelo in un primo
elemento più rigido nella parte bassa in
fibra di carbonio e di un elemento nella
parte alta in fibra di vetro rinforzata a cui si
sommano fascette e strisce di rinforzo sulla
punta. Qui la lampada è stata sottoposta
ad un carico di 9 kg per verificarne la
tenuta complessiva e la flessibilità dello
stelo attraverso i 150 campioni che sono
stati necessari per arrivare a determinare
l’asta definitiva. Per i diffusori della Twiggy,
si utilizza un tessuto di vetro pigmentato
con resina nera il cui accumulo di resina
va sapientemente dosato e all’occorrenza
pulito all’uscita del forno per creare un
moirè senza arrivare ad avere macchie.
Un passaggio nella verniciatura che
viene eseguita internamente da FAPS darà
alla lampada la sua veste definitiva con
una laccatura dello stelo in nero, bianco-
sporco, cremisi, greige o indaco.
Grazie alla leggerezza ottenuta
attraverso il materiale composito la Twiggy
raggiunge i 290 cm di altezza, laddove
l’Arco dei Castiglioni si fermava a 250 cm.
I pesi delle due lampade danno tutta la
misura dei decenni tecnicamente trascorsi:
17 kg è il peso della Twiggy, 64 kg quello
dell’Arco.
Parte 4.
Questo percorso nelle pieghe
dell’artigianato industriale è nuovo e antico
allo stesso tempo.
Foscarini si inserisce a distanza di
cinquant’anni nello stesso alveo di cultura
del prodotto scavato a suo tempo da
journeys against the tides of production.
Without ever pursuing production in-
house or on-site, these producers, set up
in 1949 (Azucena) and in 1957 (Danese),
have spread their works across different
industrial districts and production centres,
at a time when the acquisition and the
concentration of manufacturing equipment
seemed to be the main prerequisite for
credibility in modern design. They easily
moved within the networks of industry and
of craftsmanship, internalizing the logic of
each (Bruno Danese famously requested
from a sewage pipe manufacturer to cut
a grey polypropylene pipe at 30° angle
and constitute a welt to produce the In
Attesa waste bin by Enzo Mari). Foscarini
is similarly driven by this type of search for
a processing phase that can be transferred
to a serial product. The way certain
manufacturers complaint about Foscarini’s
meticulous pursuit of the optimum quality
standard, seems to me like the same
complaints made by industrial craftsmen
who produced for Danese. Danese applied
a strictly limited and aristocratic policy of
authors, representing a continuous self-
awareness on design (only Mari, Munari
and the two Danese). Foscarini has
expanded to a policy of multiple inputs,
with about 33 designers contributing the
Foscarini catalogue.
This multiplication of contributions
subtly shifts the balance from the content
of the design to the method of production
as the nodal point for the perception of
the company.
Today successful operations “can only
be carried out through the organisation
of provisional devices”, temporary smart
devices that “avoid all complex structures”
as noted by Andrea Branzi(2). Provisional
and intensely manual aspects make up
the defining dimension of today’s neo-
industrial craftsmanship.
The beauty of this intense exploration,
where the process is seldom linear and
143
Mastery
142
Maestrie
Creazione del canale di passaggio per il fi lo elettrico — Demoulding for passage of the
electrical lead — ������� — Creación del canal de paso del cable eléctrico —
Décoff rage du passage du fi l électrique — ページ ‒ 電気ワイヤーの通過道の解体 — Ausschalen
des Kabelkanals — Crea, 2017