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Mastery
soluzione tecnica a un problema.
Chi si avvicina a oggetti di questo tipo
cerca nuove connessione sociali e culturali
di cui prodotti sofisticati e originali
sono il medium. Gli oggetti che hanno
reso celebre il Made in Italy nel mondo
soddisfano questo tipo di esigenze: sono
connettori in grado di mettere in relazione
sensibilità e culture diverse. Più questa
domanda – sempre più internazionale e
interconnessa – diventa forte e urgente,
più le imprese dovranno imparare a
raccontare il proprio lavoro e il proprio
mondo. Dovranno dichiararsi. Gli oggetti
che producono dovranno testimoniare nel
mondo la consistenza e il valore di questa
proposta culturale e di questi legami sociali
e territoriali.
In questa prospettiva, l’impegno di
Foscarini si innesta in un percorso che
ha cinquant’anni. Il design italiano degli
anni Sessanta ha contribuito a mettere in
crisi il grigiore della produzione di massa
portando colore e varietà nelle logiche
della manifattura seriale. La fantasia
e la creatività degli uomini tornavano
finalmente al centro di processi produttivi
altrimenti dominati dalla sola razionalità
tecnica. Agli inizi della quarta rivoluzione
industriale il design italiano è chiamato a
rinnovare il suo “umanesimo” rinnovando
la sfida a un’idea di produzione come sola
sfida tecnologica. L’obiettivo in questo
caso è riflettere e ripensare il valore degli
oggetti che accompagnano il nostro
quotidiano. Sempre meno merci, sempre
più il tramite che lega una domanda
cosmopolita a un mondo di persone e valori
che rinnovano attraverso il loro lavoro l’idea
di qualità e di bellezza.
The goal, in this case, is to reflect on
and rethink the value of the objects that
accompany our everyday existence.
Objects that are less like goods and
more like intermediaries, to connect
cosmopolitan demand to a world of values
and people that renew the ideals of quality
and beauty through their work.
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Maestrie