valorizzate. È l’imprenditore insieme al
suo staff a cogliere il valore di queste
conoscenze e di questi innovatori e a
tradurre queste capacità, in alcuni casi
ancora embrionali, in valore di mercato.
Il racconto di cui Foscarini oggi vuole
rendersi protagonista prende atto di
questa direzione di marcia per spingersi
un passo più avanti. L’impresa si apre da
sempre al talento dei designer più capaci
e valorizza le conoscenze e il saper fare
di imprese che hanno saputo custodire
e rinnovare una specifica competenza
in campo manifatturiero. L’obiettivo è
quello di riconoscere il valore che hanno
contribuito a creare i suoi designer più
prestigiosi e di testimoniare il ruolo e
l’importanza di quel saper fare che hanno
promosso qualità e valore estetico dei
propri prodotti. Soprattutto per quanto
riguarda questa fitta trama di fornitori di
qualità, il tributo di Foscarini promuove
valore sociale e culturale. L’intreccio di
relazioni e di impegni che danno forma a
progetti così ambiziosi merita di essere
presentato e fatto apprezzare. Tutti coloro
che ne fanno parte devono trovare il giusto
riconoscimento.
Le ragioni di questo impegno a
testimoniare il lavoro e a condividere
queste esperienze hanno a che fare con
una nuova idea di valore economico.
Chi acquista un oggetto di design, sia una
lampada Mite o una Tress per rimanere
nel catalogo Foscarini, non ha bisogno
semplicemente di un oggetto in grado di
fare luce. Non cerca, genericamente, una
catalogue, do not simply need an object
capable of shedding light. They are not
seeking a generic technical solution to a
problem. Those who approach objects of
this type are looking for new social and
cultural connections – and sophisticated,
original products are the medium.
The objects that have led to the fame of
Made in Italy in the world respond to this
type of need: they are connectors capable
of triggering relations between different
sensibilities, different cultures.
The more this increasingly international
and interconnected demand becomes strong
and urgent, the more companies will
have to learn to narrate their own work
and their own world.
They will have to state their position.
The objects they produce will have to bear
witness, in the world, to the substance and
value of this cultural proposal, of these
social and territorial bonds.
In this perspective, Foscarini’s
commitment becomes part of a path that
has lasted 50 years. The Italian design
of the 1960s triggered a challenge to the
uniformity of mass production, bringing
colour and variety to the logic of industrial
manufacturing. The imagination and
creativity of human beings finally returned
to the centre of production processes that
were otherwise ruled only by technical
rationales. At the start of the fourth
industrial revolution Italian design is
ready to renew its “humanism” by again
challenging the idea of production as
a merely technological pursuit.
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Mastery
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