Foscarini
— Artbook series #1.
005
Quando parlo di Foscarini mi piace
dire che creiamo problemi e li risolviamo.
Il nostro modo di fare design parte
sempre da un pensiero progettuale
sfidante, prosegue con la ricerca di un
partner con cui affrontarlo (alla nostra
esplorazione nel mondo dei materiali e
delle tecnologie abbiamo dedicato un
libro, Maestrie) e finisce con la produzione
di un oggetto, la lampada, che segna
un avanzamento nel percorso infinito
di conoscenza della luce. In estrema
sintesi, sappiamo cosa fare ma non
come farlo e cerchiamo chi sa come fare
quasi tutto ma non ha idea di cosa fare.
Anche il lavoro che presentiamo
ora con Andrea Anastasio e Davide
Servadei della bottega Gatti ci porta
a capire qualcosa di più sulla luce.
Però si discosta in modo fondamentale
dall’approccio a cui siamo abituati.
Il progetto “Battiti” è infatti il
risultato di un’attività di ricerca pura,
ispirata dal solo desiderio di esplorare
nuovi linguaggi espressivi, significati e
modi di fruire la luce. In questo senso
è quasi un regalo che ci siamo fatti.
Un momento di riflessione attiva per
allontanarci dal territorio che abitiamo
come azienda, un luogo in cui la
luce, benché interpretata e arricchita
dalla creatività e dalla sensibilità dei
progettisti, è sempre e comunque
anche funzione.
In “Battiti”, la luce viene impiegata
non per illuminare ma per costruire.
Come fosse un materiale: che realizza
effetti, sottolinea forme, imbastisce
ombre. Perché è questo che fa Andrea
Anastasio quando mette mano alle
opere dell’archivio della bottega Gatti,
smembrandole e poi riassemblandole
seguendo il solo istinto primordiale
di chi crea per desiderio, passione e
necessità: ribalta la logica tradizionale
e arriva a una logica nuova, interpreta la
storia dandole un senso e un significato
diverso. E, in questo atto che è
creazione e scoperta insieme, Anastasio
usa la luce che diventa così anche
strumento di dialogo con chi osserva.
Quando l’arte è degna di questo nome,
infatti, si propone come un canovaccio
aperto, un invito a intervenire su ciò
che è stato fatto con riflessioni che da
universali diventano personali e intime.
I tagli di luce, elementi attivi e “vivi” nei
bassorilievi e nelle sculture di Anastasio,
sono quindi un incipit di una nuova
relazione tra gli oggetti che li accolgono
e chi li guarda.
A cosa serve tutto questo a
un’azienda come Foscarini?
A niente, se pensassimo a questa
operazione da un punto di vista
commerciale. Ma anche a tutto, se
invece la consideriamo in quanto
produttori di progetti di senso quali
siamo e vogliamo continuare a essere.
BATTITI. A STUDY ON
CERAMICS AND LIGHT.