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Centre Pompidou (1982-85), l’intervento su Palazzo Grassi
a Venezia trasformato in museo (1985-86) o la riqualifica-
zione di piazzale Cadorna a Milano (2000) sono solo alcune
delle molte opere in grado di delineare la reputazione di
Gae Aulenti architetto.
Sul finire degli anni Settanta le è affidato l’incarico della
direzione artistica di FontanaArte. Di questo progetto che
guiderà fino al 1996, Gae Aulenti scrive: “è stata una delle
migliori avventure, nel campo del design, che mi è capitato
vivere”. Il suo è un progetto integrale che la impegna nel
rimettere a fuoco la missione
aziendale nel dialogo con la sua
storia. La sua visione, eminente-
mente architettonica, la porta a
vedere il vetro nella sua funzio-
ne di materiale da costruzione;
è una visione tesa a rinnovare
la tradizione attraverso la spe-
rimentazione di nuovi linguaggi
e l’indagine delle potenzialità
espresse dalle innovazioni tec-
nologiche raggiunte dall’indu-
stria del vetro, dalle tecniche di
incollaggio ai nuovi semilavorati
industriali.
Nella migliore tradizione del
design italiano, Aulenti, alla di-
rezione artistica di FontanaAr-
Piero Castiglioni ritratto da Oliviero Toscani
te, orchestra un gioco di squadra con ar-
chitetti e designer che ha i suoi punti di
riferimento in Pierluigi Cerri, a cui affida
l’identità visiva, Carlo Guglielmi, che ha
la responsabilità del management, Franco
Raggi e Daniela Puppa, i giovani esplorato-
ri dei nuovi linguaggi, e Piero Castiglioni,
progettista illuminotecnico, con cui strin-
ge un’intensa collaborazione che si estende
più in generale al progetto d’architettura
come accade per il progetto condiviso (sot-
to il profilo della luce) del Museo d’Orsay.
Alla collaborazione con Piero Castiglioni,
si deve la famiglia Parola (1980).
Il dialogo con il progetto di direzione artistica delineato
da Gio Ponti e Pietro Chiesa
porta Aulenti a perseguire l’i-
dea di vetro-luce espressa in
lampade e oggetti d’arredo di
grande iconicità. Questi ogget-
ti, modelli di una qualità senza
tempo, non hanno solo raggiun-
to lo status di icona, ma sono
ancora oggi best seller del cata-
logo FontanaArte. Tra questi:
la lampada Giova (1964), il Ta-
volo con ruote (1980) e il tavolo
Tour (1993).
Daniela Puppa, Plutone, FontanaArte 1981 / Gae Aulenti, Rimorchiatore, 1968
(produzione in vetro per FontanaArte, 1993-1998)
The transformation of the Gare d’Orsay into the Musée d’Orsay (1980-86), the creation of the Musée Na-
tional d’Art Moderne in the Centre Pompidou (1982-85), the transformation of Palazzo Grassi in Venice into
a museum (1985-86), and the reworking of Piazzale Cadorna in Milan (2000) are just a few of the works
conveying Gae Aulenti’s stature and reputation as an architect.
Aulenti assumed artistic direction of FontanaArte in the late Seventies. She remained at the helm until 1996,
writing of this period as “one of the best adventures in design I have ever had”. Hers was a total project
where she refocused the company mission in dialogue with its history. In her eminently architectural vision
she saw glass primarily in its function as a construction material, while also renewing tradition through ex-
perimentation with new idioms and exploration of the potentials of the technological innovation achieved in
the glass-working industry, from bonding techniques to new semi-finished industrial products.
In the best tradition of Italian design, Aulenti orchestrated a team approach with architects and designers
of the calibre of Pierluigi Cerri, to whom she entrusted visual identity, Carlo Guglielmi, in charge of manage-
ment, Franco Raggi and Daniela Puppa, young explorers of new idioms, and, last but not least, Piero Castigli-
oni, lighting designer. She developed an intense collaboration with Castiglioni that extended to architectural
design generally, as highlighted by his lighting design for the Musée d’Orsay project. The Parola family of
products (1980) was another of the fruits of this collaboration with Castiglioni.
The dialogue with the artistic direction delineated by Gio Ponti and Pietro Chiesa led Aulenti to express the
light-glass dyad in lamps and furnishings of great iconicity. These timeless models—including the Giova lamp
(1964), the Wheeled table (1980), and the Tour table (1993)—have not simply become icons of Italian design,
they are still bestsellers in the FontanaArte catalogue.