22.23
FIAM | Ghost Anniversary | Domenico De Masi
22.23
FIAM | Ghost Anniversary | Domenico De Masi
spirito, anima. Per il suo proporsi come
oggetto che tende all’inesistenza
e che tuttavia si impone per
il paradosso che reca in se stessa.
Il paradosso sta nell’essere fatta
di vetro, cioè del materiale che più
di ogni altro evoca fragilità
e leggerezza, ma di essere costretta
a svolgere una funzione solida
e pesante come quella di accogliere
un corpo umano. Come ogni oggetto
di design che attinge alla perfezione,
Ghost supera le contrapposizioni
tra bello e utile, ma anche tra agio
e disagio: il disagio di affidare il proprio
corpo a una poltrona visibilmente fragile
e l’agio di esserne accolti
come in un respiro.
Ormai laureata a pieni voti nel Salone
del Mobile, Ghost proseguì la sua marcia
trionfale: subito venne premiata in
un’apposita manifestazione
alla Triennale di Milano e nello stesso
anno vinse il premio “Forum design”
assegnato da una giuria molto
prestigiosa, composta da:
Gae Aulenti, Rodolfo Bonetto,
Vittorio Gregotti, Augusto Morello,
Massimo Vignelli, Marco Zanuso.
Ma cosa è che impone Ghost come
unicum? Adorno ci ha fatto comprendere
che, dal romanticismo in poi,
l’arte non cerca più la bellezza
ma la novità, il cambiamento,
la distorsione e lo shock. Ghost offre
tutto questo e vi aggiunge la bellezza.
L’essenza del bello sta
nell’organizzazione. Qualcosa è bello
se ogni sua parte ha un senso,
se c’è un rapporto organico tra
le sue parti e se il tutto è capace
di funzionare. Ghost risponde a questi
a trace, an appearance, a spirit, a soul.
For presenting itself as an object
that tends to the nonexistence
and yet that imposes itself
for the paradox that bears within.
The paradox lies in being made of glass,
the material that more than any other
evokes fragility and lightness, yet being
forced to play a solid and heavy function
such that of accommodating
a human body. Like any object
of design that draws on perfection,
Ghost overcomes the contrapositions
between beautiful and useful,
but also between ease and unease:
the unease of entrusting your own body
to a visibly fragile armchair, and the ease
of being welcomed by it as in a breath.
By then graduated with honours
at the Milan Furniture Fair, Ghost
continued its triumphal march:
it was immediately awarded
in an exhibition at the Triennale
of Milan, and in the same year it won
the ‘Forum Design’ award,
assigned by a very prestigious jury,
composed of Gae Aulenti, Rodolfo
Bonetto, Vittorio Gregotti, Augusto
Morello, Massimo Vignelli, Marco Zanuso.
But what is it that makes Ghost unique?
Adorno made us understand that,
from Romanticism onwards, art no
longer seeks beauty but novelty, change,
distortion, and shock. Ghost offers
all of this and adds beauty to it.
The essence of beauty lies
in organization. Something is beautiful
if each part of it makes sense, if there is
an organic relationship among its parts,
and if the whole is capable of functioning.
Ghost meets these requirements
and adds perfection: a perfection that