esprime l’idealità del ‘fare vino’ e al contempo soddisfa le
esigenze di razionalità e naturalità in cantina”. All’interno,
la sinergia tra tecniche di prefabbricazione industriale
e, materiali e tipologie costruttive tradizionali informa
l’atmosfera morbida e avvolgente degli ambienti, dove la
struttura mista in cemento e legno lamellare dialoga con
le coperture voltate, con le finiture in cotto e con i grandi
tini in acciaio per il vino. Un gradiente luminoso variabile
scolpisce gli ambienti accompagnando il visitatore lungo
varie tappe emozionali alla scoperta della cultura del vino.
A questo percorso si lega il pensiero di Moretti sul vino,
maturato in decenni di esperienza: “Un vino espressivo,
che suscita emozioni e rimane nella memoria”. Un
principio che riecheggia anche nell’anima architettonica
di Petra. Dall’ingresso, la luce sfuma progressivamente
in una sequenza di spazi dove il gioco chiaroscurale si fa
sempre più drammatico, a mano a mano che si penetra
all’interno della struttura: dal monumentale e radioso
volume cilindrico, illuminato dai lucernari in copertura,
fino al climax della sala di degustazione, germe protetto
nel ventre della (madre) terra, da cui tutto ha inizio.
Il percorso si conclude nella wine retail area, dove la
sedia Favela, interamente assemblata con listelli di
legno di recupero, richiama per gesto, materia e colore
le cassette di vino accatastate: un omaggio al valore
del riuso, alla sostenibilità ambientale e alla sapienza
Getsuen e Rose Chair
evocano la tonalità del vino con le sfumature
intense del rosso.
Getsuen and Rose Chair
evoke the tones of wine with their intense
shades of red.
time satisfies the need for rationality and naturalness
in the cellar”. Inside, the synergy between techniques
of industrial prefabrication and traditional types of
construction and materials informs the soft enveloping
atmosphere of spaces in which mixed concrete and
laminated wood dialogue with vaulted roofs, terracotta
finishes, and large steel vats. Varying gradients of light
sculpt the spaces, accompanying visitors on stages
of an emotional discovery of the culture of wine. The
journey is linked to Moretti’s own thinking on wine, which
has developed over decades of experience: “Expressive
wines, that evoke emotion and remain in the memory”.
This principle is echoed in Petra’s architectural soul.
From the entrance, the light gradually dims to a sequence
of spaces in which the play of chiaroscuro is increasingly
dramatic the further we penetrate into the building’s
interior, from the cylindrical volume, monumental, radiant
and illuminated by skylights in the roof, to the climax of
the tasting room, a seed protected in the womb of mother
Earth where everything begins. Our journey ends in the
retail area, where the Favela chair, entirely assembled
using reclaimed wooden slats, is reminiscent in colour,
texture and gesture of the stacked wine crates: a homage
to environmental sustainability, artisan expertise and
the value of reusing. In this weave of archetypal forms
and textured colours, architecture and design reaffirm
Edra Magazine n°5
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SPACES
