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il linguaggio del morbido. “A me piacciono i divani perché sono
morbidi. E la materia morbida ha una storia recente. Nel mondo
antico il progetto è sempre stato duro, al massimo si usavano
le piume e il crine per attenuare le rigidità. Il morbido è un
linguaggio ancora da scoprire. È un viaggio che mi affascina”.
Non è un caso che il termine “morbido” sia utilizzato da Beppe
Finessi per il titolo della mostra La Casa Morbida, inaugurata
al Museo Poldi Pezzoli di Milano nel marzo 2014. Una raccolta
di opere, nuovi “prodotti”
ibridi tra moda, arte e
design, che ha puntato i
riflettori sul rinato interesse
per il mondo tessile. Come
risposta
alla
tecnologia
dilagante, ma anche come
nuovo modo di pensare e
concepire lo spazio che ci
circonda e gli oggetti con i
quali interagiamo.
Oggetti
come
quelli
prodotti
in
Edra,
che
interpretano
la
softness
come una vera e propria
attitudine a prediligere la
consistenza tattile rispetto
all’invenzione formale, la
materia rispetto al segno.
Il progetto del morbido
–
portato
avanti
dagli
autori
Edra:
Francesco
Binfaré, ma anche i Fratelli
Campana, Masanori Umeda
– passa attraverso lo studio
accurato
di
strutture,
materiali
e
tecnologie
interne, per arrivare al progetto del tessuto come espressione
pura, semplice e sincera dell’anima del prodotto: soffice,
emozionante, performante. Non più semplice rivestimento, ma
“abito”: un elemento strettamente legato al “corpo da vestire”.
Anche quando questo corpo è di un arredo.
Objects such as those produced at Edra, which interpret softness
as a real predisposition to preferring tactile consistency over
formal invention, or matter over sign.
“
“
because they are soft. And soft material has a recent history.
In the ancient world, design was always hard, at best feathers
and horsehair were used to soften stiff materials. Softness is a
language yet to be discovered. It is a journey that fascinates me.”
It is no coincidence that the adjective “soft” (in Italian, morbido)
is used by Beppe Finessi for the title of the La Casa Morbida (Soft
House) exhibition, which opened at the Poldi Pezzoli Museum
in Milan in March 2014. The exhibition is a collection of works,
new
hybrid
“products”
derived from fashion, art
and design, which put the
spotlight on a renewed
interest in the world of
textiles. It is a response to
rampant technology, but
also as a new way of thinking
and conceiving the space
around us and the objects
we interact with.
Objects
such
as
those
produced at Edra, which
interpret softness as a real
predisposition to preferring
tactile
consistency
over
formal invention, or matter
over sign.
The soft design project -
executed by Edra artists,
Francesco Binfaré, as well as
the Campana Brothers and
Masanori Umeda - passes
through the accurate study
of
structures,
materials
and interior technologies,
and arrives at the design of
fabric as a pure, simple and sincere expression of the product’s
soul: it is soft, exciting, and high-performance. It is no longer a
simple covering, but it becomes “clothing”: an element closely
linked to the “body to be dressed”. Even when this body is the
body of a piece of furniture.
un volume nel quale la facciata principale è sostituita da una
tenda che riveste la doppia altezza sulla quale si sviluppano gli
spazi. O ancora la rivisitazione tessile di Petra Blaisse su Villa
Floirac, celebre progetto dello studio OMA di Rem Koolhaas.
Un intervento in due atti (1998 e 2013): una serie di gesti
compiuti con materiale tessile dissolve i confini e rende mobili
gli elementi tradizionalmente statici, per funzionalizzare,
cambiare la scenografia e l’atmosfera degli ambienti, coniugare
gli interni con il paesaggio
esterno, creando relazioni
sempre nuove e mutevoli.
Da
oggetto
puramente
decorativo e di rivestimento,
il tessuto ha cominciato a
diventare un vero e proprio
strumento
del
progetto
– di architettura, interni
e arredo – sancendo il
passaggio
ad
un
nuovo
modo di abitare. Un abitare
più morbido, soffice, che
abbraccia “una componente
globale in cui la percezione
psicologica,
l’esperienza
sensoriale e la correttezza
ergonomica
si
fondono
in un unico universo di
compatibilità
sia
fisica
sia
mentale.
Il
nuovo
comfort
così
concepito
[…] ridefinisce la nuova
domesticità […]. Il bisogno
di alleggerire, rallentare
l’esperienza in un mondo
sempre più complesso e
carico di segni, stimoli e informazioni, diventa un’esigenza
sempre più condivisa che si esprime a diversi livelli” (Francesco
Morace, 2006).
Il progetto ha cominciato a guardare sempre di più a tutti quei
materiali che insieme al tessuto hanno dato vita ad un nuovo
linguaggio. Quello che Francesco Binfaré ha definito appunto:
Gli oggetti prodotti in Edra interpretano la softness come una
vera e propria attitudine a prediligere la consistenza tattile
rispetto all’invenzione formale, la materia rispetto al segno.
“
“
Curtain Wall House.
Il progetto realizzato dall’architetto Shigeru
Ban tra il 1994 e 1995 aTokyo, Giappone.
The project created by architect Shigeru Ban
between 1994 and 1995 in Tokyo, Japan.
Nella pagina successiva Standalto.
Il divano di Francesco Binfaré off re un
alto livello di soffi cità data dall’imbottitura
composta da piume e Gellyfoam®, che
conferisce una straordinaria morbidezza
ai cuscini.
On the next page Standalto.
The sofa by Francesco Binfaré off ers a
high level of softness given by the padding
made of feathers and Gellyfoam®, which
gives an extraordinary softness to the
cushions.
and design. Another example is the Shigeru Ban’s Curtain Wall
House of 1994: a volume in which the main façade is replaced
by a curtain covering twice the height on which the spaces are
developed. Again, we have Petra Blaisse’s textile revisitation of
Villa Floirac, a famous project by Rem Koolhaas’ OMA studio.
It is an intervention in two acts (1998 and 2013): a series of
gestures made of textiles, dissolving boundaries and making
traditionally static elements mobile in order to functionalise,
change
the
setting
and
atmosphere of rooms, and
combine interiors with the
external landscape, creating
ever
new
and
changing
relationships.
From
being
a
purely
decorative and upholstery
object, textiles began to
become a real design tool -
for architecture, interiors
and furnishings - marking
the transition to a new way
of living. The is softer, plush
living that embraces “a
global component in which
psychological
perception,
sensory
experience
and
ergonomic
correctness
merge into a single universe
of both physical and mental
compatibility.
The
new
comfort
thus
conceived
[...]
redefines
the
new
domesticity [...] The need
to lighten up, to slow down
the experience in a way
that is increasingly complex and loaded with signs, stimuli
and information, becomes an increasingly shared need that is
expressed at different levels” (Francesco Morace, 2006).
The project began to look in more detail at all those materials
that, together with fabric, created a new language. This is what
Francesco Binfaré called the language of softness: “I like sofas
Laura Arrighi
Architetto, dottore di ricerca, web writer ed editor freelance. Si dedica a: scrittura, ricerca, didattica e progetto, collaborando con le istituzioni e con alcuni importanti studi di
architettura italiani. Assegnista di ricerca all’Università Iuav di Venezia dal 2020 al 2022, ha scritto diverse pubblicazioni. Membro della redazione di “Vesper. Rivista di architettura,
arti e teoria | Journal of Architecture, Arts & Theory” (Quodlibet). Insegna Design dell’evento e Design degli interni presso l’Università degli Studi di Genova ed è guest professor
presso l’Università BUCT di Beijing per il corso di Interior Design.
Architect, PhD, web writer and freelance editor. Her vocations: writing, research, teaching and design, collaborations with institutions and with some important Italian architectural
fi rms. Research fellow at the Iuav University of Venice from 2020 to 2022, she has written several publications. Member of the editorial board of “Vesper. Journal of Architecture,
Arts and Theory | Journal of Architecture, Arts & Theory ”(Quodlibet). She teaches Event Design and Interior Design at the University of Genoa and is a guest professor at the BUCT
University of Beijing for the Interior Design course.
body of a piece of furniture.
Architetto, dottore di ricerca, web writer ed editor freelance. Si dedica a: scrittura, ricerca, didattica e progetto, collaborando con le istituzioni e con alcuni importanti studi di
FOCUS
Edra Magazine n°2