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Margherita.
Jacopo Foggini seduto sulla poltrona in policarbonato.
Jacopo Foggini sitting on the polycarbonate armchair.
Gina.
Dettaglio della sedia di Jacopo Foggini con scocca realizzata a mano con un unico fi lo
di policarbonato che forma un prezioso intreccio.
Detail of Jacopo Foggini’s chair with shell made by hand with a single polycarbonate
thread that forms a precious weave.
Egeo.
Dettaglio del tavolo di Jacopo Foggini realizzato con un grande frammento di vetro
sfaccettato con bordo irregolare di alto spessore che ricorda le coste frastagliate delle
isole del Mar Egeo.
Detail of the table by Jacopo Foggini made with a large fragment of faceted glass with
an irregular edge of high thickness, that recalls the jagged coasts of the Aegean islands.
Apprendo che anche lui, come i Campana, crea producendo
nel proprio laboratorio. “Costruisco io stesso la macchina
che mi aiuta a realizzare quello che ho in mente, poi produco.
Sono progetti di altissimo artigianato. Invenzioni uniche che
non assomigliano a nulla, frutto del mio lavoro con Valerio
Mazzei e Leonardo Volpi, responsabile sviluppo
prodotto”.
Il lavoro di Foggini con Edra si ispira alle
collaborazioni che, negli anni ’70 - ’80, i
designer avevano con l’industria: sceglievano
un’azienda e collaboravano tutta la vita, in un
continuo dialogo con i tecnici e gli artigiani.
“È come continuare a lavorare con lo stesso
materiale – racconta Foggini – più passano gli
anni, più ti intendi e riesci a inventare in maniera
sempre più facile, ma allo stesso tempo
complessa”. Di solito il policarbonato prende
forma negli stampi a iniezione elettronica e
tutti gli oggetti sono uguali uno all’altro. In
questo caso, sono pezzi unici, volutamente;
non si avrà mai la stessa sedia ma qualcosa di simile, mai la
stessa sfumatura di colore. Tecnicamente molto sofi sticato,
il policarbonato è un materiale resistente e duraturo: off re la
possibilità di realizzare oggetti che sembrano di vetro ma che
sono indistruttibili. È un materiale che non cambia colore negli
Caterina Lunghi
Giornalista, amante, fi n dai banchi di scuola, di tutto ciò che è espressione di cultura, sensibilità artistica e personalità, dall’arte al design, dalla moda al cinema.
Laureata in Lettere Moderne, ha vissuto a New York e Los Angeles. Insegna presso l’Istituto Marangoni - School of Design di Milano, dopo docenze presso i
campus di Londra e Firenze. È nel team Rizzoli Progetti Speciali per il coordinamento di libri di design e moda.
Journalist, lover, right from school, of everything that is an expression of culture, artistic sensitivity and personality, from art to design, from fashion to cinema.
She graduated in Modern Literature, she has lived in New York and Los Angeles. She teaches at the Istituto Marangoni-School of Design in Milan, after teaching
at the London and Florence campuses. She is in the Rizzoli Progetti Speciali team for the coordination of design and fashion books.
anni e che non si modifi ca. Come per i fratelli Campana, anche
per Foggini il materiale, il gesto e il processo sono il cuore. I
diversi modi di usare il materiale fanno la diff erenza, con i valori
dell’alchimia, dell’imprevedibilità, dell’unicità. La collezione
A’mare – sedia, poltrona, lettino, panca e tavoli – ancora una
volta non è disegnata, ma determinata dalla
produzione stessa: stecche di policarbonato
puro per esaltare l’idea di cristallizzare l’acqua.
“Mi considero un inventore, tra arte e design,
e ogni giorno di lavoro con il policarbonato mi
permette di acquisire tecnologia e di imparare.
Negli ultimi anni in realtà ho iniziato a usare
anche altri materiali, come il vetro per il tavolo
Egeo e l’alabastro per la famiglia di tavoli bassi
Cicladi”.
Onore al materiale puro. Il primo prototipo di
Egeo è stato spaccato sui bordi con piccole
martellate e poi molato a mano per togliere le
parti taglienti. I piani di Cicladi – dal perimetro
irregolare e frastagliato lasciato naturale e
che permettono il passaggio della luce – vengono tagliati
dall’ovulo grezzo dell’alabastro, pietra tipica di Volterra, a
quaranta chilometri da Perignano, casa di Edra.
Photo Stefano Pasqualetti
Volpi, the product development manager.” His work with
Edra is very much inspired by the collaborations which
designers had with industry in the 1970s-1980s: they would
choose a company to collaborate with for their entire lives,
in a continuous dialogue with technicians and craftsmen.
“It’s like continuing to work,” he says, “with
the same material: the more the years go by,
the more you get to know each other and you
are able to invent in an increasingly easy but
at the same time complex manner. At fi rst,
it seemed like a game that was doomed not
to work.” Usually, polycarbonate takes shape
through electronic-injection moulds, and so
all objects are identical to each other. In this
case, by contrast, the pieces are deliberately
unique. You will never have the same chair
but something similar, and never the same
shade of colour. Polycarbonate, which is highly
sophisticated in technical terms, is a strong
and durable material: it off ers the possibility of
creating objects that look like glass but are indestructible,
and characterised by their light weight. Fillers can be used to
react to UV light so that the colour does not change over the
years. Like the Campana brothers, Foggini also conceives
of the material, the gesture and the process as the heart of
creativity. How the material is used makes all the diff erence,
endowing it with the value of alchemy, unpredictability,
uniqueness. Again, the A’mare collection - chairs, loungers,
benches and tables - is not designed, but determined by
production itself: pure polycarbonate sticks exalting the
idea of crystallising water. “I am often asked
why I do not work with other materials: my
answer is that I consider myself an inventor,
somewhere between art and design, and every
day I work with polycarbonate allows me to
acquire technology and learn. Over recent
years, I have actually started to use other
materials as well, such as glass for the Egeo
table and alabaster for the Cicladi family of
low tables.” Pure material is honoured also in
these examples. The fi rst Egeo prototype was
broken on its edges by using small hammers;
it was then hand-ground to remove the sharp
parts. And the Cicladi alabaster surfaces, with
their irregular, jagged perimeter that allows light
to pass through, are cut from the rough ovule of this stone,
which is typical of Volterra, lying 40 km from Perignano where
Edra is located.
Edra Magazine n°2
FOCUS