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s Ta Z I O N E c E N T R a L E
Uno dei capolavori del cinema italiano, Rocco e i suoi
fratelli, di Luchino Visconti inizia proprio sotto le vol-
te vetrate della Stazione Centrale di Milano. La mae-
stosità, il senso di grandezza e potenza che i proget-
tisti avevano immaginato già negli anni 10 del ‘900 si
esprime in tutta la sua forza scenica e scenografica.
Chiunque arrivi in treno a Milano si rende conto di
una realtà: “Milan l’è un gran Milan”. Nel secondo
dopoguerra centinaia di migliaia di immigrati dal sud
dell’Italia restavano colpiti e intimoriti dalle enormi
campate vetrate che coprivano i binari. Proprio come
era successo a Rocco e i suoi fratelli.
Milano Centrale è ancora oggi una delle più impor-
tanti stazioni ferroviarie d’europa. Da qui transita-
no oltre 600 treni al giorno e in un anno passano
dalla Centrale, come la chiamano i milanesi, oltre
120 milioni di passeggeri. I vecchi altoparlanti che
annunciavano arrivi e partenze sono stati sostituiti
da modernissimi schermi a led, la vecchia coopera-
tiva dei facchini portabagagli ha lasciato il posto ai
moderni trolley che a migliaia vanno su e giù sulle
banchine dei 20 binari. Ma la Stazione Centrale non
è stata solo luogo di approdo, di sogni e speranze;
pochi sanno che qui è possibile toccare con mano il
dramma della deportazione verso i campi di con-
centramento di migliaia di ebrei, oppositori politici e
semplici cittadini che avevano avuto la sventura di
finire nelle retate dei nazisti che, prima della libe-
razione, occuparono Milano. Il binario 21 è oggi il
memoriale di quella grande tragedia. L’unico binario
da cui soltanto in pochissimi di quelli che partirono
tornarono.
oggi fra i milioni di viaggiatori che passano di qui
ci sono i giovani figli di un’europa spazio comune di
pace e di vita di oltre 500 milioni di persone. Treni
che vanno, treni che arrivano, persone che si incon-
trano, scambiano idee, culture, abitudini e stili di
vita. Le grandi stazioni ferroviarie, le porte d’accesso
di tanti appartamenti del condominio comune che
chiamiamo europa.
One of the masterpieces of Italian cinema, Luchino
Visconti’s rocco and His Brothers begins under the
glazed vaults of Milan Central Station. The majesty and
sense of grandeur and power the designers sought to
express way back in the second decade of the twentieth
century is conveyed in all its scenic and cinematic force
Arriving by train in Milan, you immediately sense one
reality: “Milan is a great city”
After the Second World War the hundreds of thousands
of migrants from southern Italy were awestruck and
intimidated by the enormous glazed arches spanning
the tracks. Just as rocco and his brothers were.
Milan Central is still today one of the most important
railway stations in Europe. More than 600 trains leave
here every day, and each year ‘Centrale’, as the locals
call it, handles over 120 million passengers. The old
loudspeakers that announced arrivals and departures
have been replaced with modern LED screens, the old
porters’ cooperative has given way to thousands of
modern trolleys trundling hither and thither along the
twenty platforms.
Few know that at Milan Central you can reach out and
touch the drama of the deportation to the concentration
camps of thousands of Jews, political opponents and
ordinary citizens who had the misfortune to fall into the
hands of the nazis who occupied Milan before the libe-
ration. Platform 21 is today the memorial of that great
tragedy. Very few who departed from this platform ever
returned.
Today, among millions of travelers who pass from here
we have the young people of Europe with a shared-spa-
ce of peace and life for more than 500 million of Euro-
peans. Trains departing, trains arriving, people meeting,
exchanging ideas, cultures, habits and lifestyles. The
great railway stations are like access doors of many
homes within the shared building that we call Europe.
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