Liberi di. Abitare un’idea, prima che le idee abitino in noi. Di
modellare una forma, prima che ogni forma modelli la nostra
vita. Liberi di esprimersi solo dopo che si è espressa l’idea in tutte
le sue forme. Di immaginarsi solo dopo che qualcuno ha immaginato
per noi un’immagine. E così, liberi di spaziare in ogni dimensione
dello spazio. L’altezza in tutta la sua statura intera per volare con
la fantasia. La larghezza in ogni sua apertura più estrema per
esplorare tutte le possibilità. La profondità in ogni suo puntuale
cambiamento per offrire una rosa di proposte che stanno in piedi.
Liberi di. Disegnare lo spazio in ogni sua forma. Del tutto aperto
a qualsiasi soluzione creativa. Dappertutto organizzato nell’arco
di un tempo di un giorno, ma senza soluzioni di continuità nello
spazio. Liberi di progettare gli spazi per più vite che scelgono
di vivere insieme. Di misurare ogni centimetro di spazio perché
possa stare bene insieme. Liberi di pensare a dismisura qualcosa
e realizzarlo sulla carta millimetrata per qualcuno. Liberi di
ispirarsi all’arcobaleno delle forme, alla geometria dei colori. Liberi
di spiegare il grande foglio e di spiegare il grande contenimento.
Liberi di. Tracciare una linea e lasciare traccia di un’identità.
Di modellare una curva ed essere un modello di affidabilità.
Liberi di abbozzare un angolo e svelare una particolarità. Di
tratteggiare un terminale per continuare a offrire un’utilità. E così,
affidarsi alle relazioni collaudate di un sistema di moduli che
sanno parlare tra di loro. Identificarsi nella composizione di
una parete che ospita spazi capaci di parlare a tutti. Rivelarsi
competenti mentre si parla a qualcuno che deve fare una scelta
particolare. Liberi di. Scorrere lo sguardo tra le simmetrie e
le asimmetrie delle ante. Di sorvolare con gli occhi sui tratti in
bianco e nero di una griglia, di un grafismo, di una nicchia sempre
aperta. Liberi di srotolare un’occhiata ovunque: una cassettiera
e una vetrina, un vano a giorno e un telaio vetro che fa da contorno.
Liberi di fare squadra con tutto: una maniglia, un appendiabiti, un
pannello porta tv. Ma anche liberi di ribaltare tutto per ricomporre
le funzionalità dei moduli in nuove composizioni di pareti.
Liberi di. Codificare un modo nel tempo. Addomesticare uno
spazio di contenimento. Parlare in prima persona alle persone.
Liberi di mettere la propria identità e di trasmettere tutta la
libertà. Liberi di guidare progetti dalla cabina di comando della
matita tra le dita. Liberi di farsi guidare dal cuore battente di un
sistema trasversale. Liberi di darsi un codice. Di essere Freedhome.