Our client is a well-known Argentine chef, living in London for
many years. When he contacted us, he explicitly told us: “I want a new
home, a place where I can comfortably move, a place to be fully mine,
at 360°.”
“Indeed, I immediately clarified that I wanted to feel the flat as a part
of myself, and set a limit: my apartment has to reflect myself. I entrust
you, and I do not want to do your job, but I expect a unique and per-
sonal interpretation, my friends have to walk in the door and say: This
is Juan! - that is it.”
A considerable challenge for us, architects. When you are granted so
much freedom is fantastic, you can move around in many different di-
rections, but in the meantime it is uncertain, because the final aim is
what the client desires, emotionally. To transform an impulse, a feel-
ing, into reality had been a big bet.
Il nostro cliente è un celebre cuoco argentino, che da molti anni vive e
lavora a Londra. Quando ci ha contattati ci ha detto chiaramente: “Vo-
glio una nuova casa, un posto in cui muovermi comodamente, un luogo
che sia mio a 360°.”
“In effetti è così, ho subito chiarito che volevo sentirlo come una parte di me
e ho imposto un limite: il mio appartamento deve rispecchiare me stesso.
Mi affido a voi, non voglio fare il vostro lavoro, ma pretendo una inter-
pretazione unica e personale, i miei amici devono varcare la soglia d’in-
gresso e dire: - questo è Juan!- tutto qui.”
Una bella sfida per noi architetti. Quando ti viene data tanta libertà è
fantastico, si può spaziare in mille direzioni diverse, ma al contempo è
pericoloso perché l’obiettivo finale è quello che il cliente desidera a livello
emozionale. Dover tradurre in realtà un impulso, un sentimento è stata
una grande scommessa.
28
29