Rowntree Polo Candy, 1948
The Polo Candy may be the last great Art
Deco English design. Designed and produced
in 1948, the candy is a rather elegant, white
ring of sugar flavored with high quality
essential oil of mint.
Nice to look at, Polo is always fun to tumble
around your mouth; the tongue is irresistibly
attracted by the enchantment of its hollow
center, toying with it and lingering, quickly
releasing the polar freshness which inspires
the candy.
Caramella Polo Rowntree, 1948
La caramella Polo è forse l’ultimo grande
progetto deco del design inglese. Disegnata
e prodotta nel 1948, la caramella è un
elegantissimo, candido anello di zucchero
aromatizzato con olio essenziale di menta
di alta qualità.
Bella da guardare, la Polo è anche divertente
da succhiare: irresistibilmente attratta dalla
vertigine del vuoto che segna il centro della
caramella, la lingua indugia e gioca,
liberando a gran velocità la freschezza polare
cui la caramella si ispira.
Borsalino Felt Hat
For more than a century, Borsalino has been
synonymous with an elegance that does not
heed passing fads. The model which perhaps
best summarizes the identity of
Borsalino style, takes shape in the mid-
nineteenth century: a felt hat with narrower
brims, a soft body, and the characteristic
dent impressed in the crown. It is a balanced
mediation between the formal rigidity of the
top hat and the easygoing nature of the
boater. Mass produced with
handcraftsmanship, the Borsalino hat is
made of prized rabbit hair and goes through
40 manufacturing steps spread out over
eight weeks. With Borsalino, the hat
becomes a modern accessory both in use
and production. The manufacturer from
Alessandria, Italy conquers markets
worldwide at the end of the 1920s.
Cappello di feltro Borsalino
Da più di un secolo Borsalino è sinonimo
di un’eleganza che non conosce il trascorrere
delle mode. Fu a metà dell’Ottocento che
prese corpo il modello che forse meglio
riassume l’identità dello stile Borsalino,
un cappello di feltro a tese contenute,
dal corpo floscio e dalla caratteristica
infossatura impressa nella cupola, equilibrata
mediazione fra la rigidezza formale del
cilindro e la disinvoltura della paglietta.
Prodotto in serie con cura artigianale,
il cappello Borsalino è realizzato con pregiato
pelo di coniglio, lavorato in quaranta fasi
successive distribuite nell’arco di otto
settimane. Con Borsalino il cappello diventa
un accessorio moderno tanto nell’uso
quanto nella produzione, che vede la casa
di Alessandria conquistare alla fine degli anni
Venti i mercati di tutto il mondo.
Sit Siemens Grillo Telephone, Marco
Zanuso and Richard Sapper, 1965-66
This closed shell is the size of your hand:
its housing opens and shows its
technological nature only when it is lifted,
revealing a microphone, a speaker and a
dial. This gentle, sensitive device is ready to
comply with the needs of the people who
use it. The entire process which Zanuso and
his close collaborator Richard Sapper follow,
seems to roll out along a parallel track.
On one, side there is the cogent analysis
of the technological component, and on the
other, the search for natural, intuitive use.
Zanuso is always trying to force the limits
of technical language in search of a possible
point of encounter with models of
immediate, spontaneous use.
Telefono Grillo Sit Siemens, Marco
Zanuso e Richard Sapper, 1965-66
Un guscio chiuso, a misura della mano,
un involucro che solo quando viene sollevato
si apre a mostrare la sua natura tecnologica,
rivelando microfono, altoparlante e disco
combinatorio: un apparecchio gentile,
sensibile, pronto ad assecondare le esigenze
di chi lo usa. Tutto il percorso di Zanuso e
del suo stretto collaboratore Richard Sapper
sembra snodarsi lungo un binario parallelo,
che veda da un lato svolgersi l’analisi serrata
del componente tecnologico e dall’altra la
ricerca di un rapporto d’uso naturale e
intuitivo. Per Zanuso si tratta sempre di
forzare i limiti del linguaggio tecnico alla
ricerca di un possibile punto d’incontro con
modelli di fruizione immediati e spontanei.
Campari Soda Bottle,
Fortunato Depero, 1932.
In 1915, Giacomo Balla and Fortunato
Depero sign the Futurists’ Reconstruction
of the Universe Manifesto, a project of total
fusion of the arts. This ambitious program
is built on the terrain of graphics and
communication with an innovative
relationship with the world of industry.
It is no accident that Fortunato Depero states
in 1918: “Advertising will be the art of
the future.” The artist has the occasion
to develop this intuition during his lengthy
collaboration with Davide Campari’s
industries, the famed producers of the
celebrated Bitter aperitif. Depero almost
imagines an entire universe for Campari
Bitter, a landscape with varying geometries,
made of energetic tensions, floating
articulations, and cheerful figures.
This world suspended between Cubism
and Futuristic accelerations, gives rise to
the design of the Campari Soda bottle:
the perfect mixture of Bitter and tonic water.
Its cone shaped, frosted glass and absence
of any label at all, work together to exalt
drink’s the unmistakable “ladybug red.”
This is more than good looking packaging;
this is an irresistible temptation.
Bottiglia del Campari Soda,
Fortunato Depero, 1932.
Nel 1915 Giacomo Balla e Fortunato Depero
firmano il manifesto Ricostruzione futurista
dell’universo, progetto di fusione totale delle
arti. Programma ambizioso, che costruirà sul
terreno della grafica e della comunicazione
un rapporto innovativo con il mondo
dell’industria. Non a caso, Fortunato Depero
afferma già nel 1918 che “l’arte del futuro
sarà la pubblicità”. Un’intuizione che l’artiste
ebbe modo di sviluppare in una lunga
collaborazione con le industrie di Davide
Campari, produttrici del celeberrimo
aperitivo Bitter. Quasi un universo quello che
Depero immagina per Campari, paesaggio
a geometrie variabili, fatto di energiche
tensioni, di scomposte e allegre figure.
È da questo mondo sospeso fra cubismo
e futuristiche accelerazioni che deriva il
disegno della bottiglietta del Campari Soda,
miscela predosata di Bitter e acqua tonica.
La forma a cono, il vetro smerigliato,
l’assenza di etichette: tutto concorre ad
esaltare l’inconfondibile rosso ‘coccinella’
della bevanda. Più che un bel packaging,
un’irresistibile tentazione.
Swiss Army Knife Victorinox,
Karl Elsener, 1891
The multipurpose pocketknife is originally
conceived by Karl Elsener as military
equipment for the Swiss army. Its meager
initial success pushes the inventor to study
a more winning image in 1897 and to
develop a greater number of variations
and combinations of accessories. Born as
homage to the Swiss flag, this shiny red
knife with its white cross has become an
emblem of the proverbial reliability of Swiss
products over time. Everything plays off the
very modern theme of compact lightness;
the pocket knife is a tiny masterpiece of
functional density. Along with blades and
accessories, the core of the project is the
refined elastic system of springs and cams
that govern the opening and closing of the
blades. This test of technical intelligence was
obtained by taking advantage of the
possibilities of precision mechanics and great
accuracy in manufacture.
The knife has been produced with stainless
steel blades since 1921. The pocketknife has
always been produced by Victorinox, the
same company founded by Elsener, himself.
Coltellino multiuso dell’esercito svizzero
Victorinox, Karl Elsener, 1891
Il coltellino multiuso fu originariamente
pensato da Karl Elsener come dotazione
militare dell’esercito svizzero. Lo scarso
successo dell’iniziativa spinse il suo inventore
a studiare nel 1897 un’immagine più
accattivante e a sviluppare un maggior
numero di varianti e combinazioni di
accessori. Nata come omaggio alla bandiera
svizzera, la livrea rossa con croce bianca
è divenuta nel tempo emblema della
proverbiale affidabilità dei prodotti elvetici.
Tutto giocato sui modernissimi temi delle
ridotte dimensione e della leggerezza, il
coltellino è un piccolo capolavoro di densità
funzionale. Accanto a lame ed accessori,
cuore del progetto è il raffinato sistema
elastico di camme e balestre che governa
l’apertura delle lame, prova di intelligenza
tecnica ottenuta sfruttando le possibilità
della meccanica di precisione e una grande
accuratezza della realizzazione.
Dotato dal 1921 di lame in acciaio
inossidabile, il coltellino è da sempre
prodotto dalla Victorinox, l’azienda fondata
dallo stesso Elsener.
Ferrari 250 GTO, Pininfarina, 1964
Starting in 1951, the collaboration between
Ferrari and Pininfarina is chapter all to itself
in the definition of a modern Italian style
and the theory of elegant velocity. This
sporty little sedan derives from the racing
model designed in 1963 to run on the
French Le Mans racetrack. Muscular and
streamlined, the 250 GTO summarizes all
the competitive spirit of the manufacturer
from Maranello in the measured gesture
of a fluid, continuous shape. The perfect
balancing point between tradition and the
future, the 250 GTO is the last of the
celebrated front engine-rear traction Ferraris.
The balance of the volumes is already a
prelude to the imminent solution of the
central engine.
Ferrari 250 Gto, Pininfarina, 1964
Iniziata nel 1951, la collaborazione fra Ferrari
e Pininfarina costituisce un capitolo a sé nella
definizione di un moderno stile italiano,
teoria della velocità in forma di eleganza.
Questa berlinetta sportiva deriva dal modello
competizione disegnato nel 1963 per correre
sul circuito francese di Le Mans. Muscolare
e filante, la 250 Gto riassume tutto lo spirito
agonistico della casa di Maranello nel gesto
misurato di una forma fluida e continua.
Perfetto punto di equilibrio fra tradizione
e futuro, la 250 Gto è l’ultima delle celebri
Ferrari a motore anteriore e trazione
posteriore, ma l’equilibrio dei volumi già
annuncia l’imminente soluzione del motore
in posizione centrale.
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