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INTRO
INTRO
Building in time: a modern question
by Stefano Casciani
Il costume dell’abitare, dell’arredare,
si è evoluto profondamente e con il nome
Maxalto si è sviluppata una serie di pezzi
completamente diversi, regolarmente arricchiti
nelle tipologie e nelle variazioni formali,
tutti disegnati da Antonio Citterio.
So nowadays there is a way to produce
furniture that alludes to a memory which
is still modern; a way with technical origins
imbued with past knowledge of the craft,
yet which knows how to see the world
with a fresh look, devoid of nostalgia.
and exceedingly well on the issue of furniture.
And even here it is not easy to find coherent
solutions. So nowadays, between obsessively
imitating the works of the “masters”, which are
eventually bound to run out in terms of quan-
tity and quality, and attempting radical inno-
vation, which is more and more difficult to
achieve, there is a third solution for furniture
production wanting to reference a memory
which is still modern. A third way with techni-
cal origins imbued with past knowledge of the
craft, yet which knows how to see the world
with a fresh look, devoid of nostalgia.
Thus it seems interesting there ever was
a time without “masters” (or at least not
yet venerated as such) where the most promis-
ing designers acted instinctively, experiment-
ing with traditional techniques and materials
by adjusting them to new ideas and innovative
codifications. This is how the Maxalto pro-
duction was born within B&B Italia back in
the 70s, stemming from the entrepreneurial
curiosity of Piero Ambrogio Busnelli and the
experimental enthusiasm of Tobia Scarpa.
The practical knowledge that came to Scarpa
from observing the work of his father Carlo
was part and parcel of his designer’s DNA:
where craftsmanship stands for passion
for manual execution, and the highest quality
is achieved through the processing of wood
and other high-end materials, treated “ piece
by piece “. From an industrial point of view
it might seem like a contradiction. Certainly
back then that decision was seen as unusual,
as the period was still showing great enthu-
siasm towards synthetic materials. Yet the
Maxalto experience proves that even wood
can be transformative when worked in such
a way as to show unexpected formal
qualities and characteristics.
Many years have passed since then: the
custom of inhabiting and furnishing spaces has
evolved deeply. Under the same name Maxalto
has developed a series of completely different
pieces, regularly enriched by formal variations
and styles, all designed by Antonio Citterio.
Among the new “masters”, Citterio has certainly
distinguished himself for his versatile, eclectic
skills – up to the splitting of his personality –
to assume from time to time the design attitude
and the mood best suited to the occasion.
His office chairs will therefore be both com-
fortable and very technological, his lamps capa-
ble of being adapted to both public and private
settings; even when asked to design a gymnastic
machine, he addresses it as living space equip-
ment rather than one of those mechanical
contraptions of the world of fitness, obsessed
with records and performances.
So when Citterio started to visualize
a landscape of domestic objects for Maxalto,
he began by researching modern furniture
(“bourgeois”, as he will later describe his very
first Modus collection), where wood was used
predominantly and for very defined product
types: from bookshelves to dressers, chairs
and small armchairs. The quality was provided
by the detail and masterful craftsmanship,
although the search for iconic objects was sec-
ondary to the desire to create a total environ-
ment with a uniform style that does not give
up the geometric simplification of the forms
but accompanies it to a refined, subtle quality
of realization, able to recover – or invent –
even artisanal production techniques.
With the evolution of his different collec-
tions, Citterio has defined the most important
reference for this production line: precisely
soluzioni coerenti. Tra riprodurre maniacal-
mente i progetti dei “maestri” (che a lungo
andare però si esauriscono, per quantità e qua-
lità) e tentare un’innovazione radicale sempre
più difficile da ottenere, per una produzione
d’arredamento che voglia rifarsi oggi a una
memoria comunque moderna, una terza via
sembra quella di un progetto colto: che ha
le sue origini tecniche in una sapienza costrut-
tiva passata ma sa guardare al mondo con
uno sguardo attuale, privo di nostalgia.
Risulta dunque interessante un tempo
in cui non esistevano i “maestri” (o almeno
non come sono stati poi venerati) e i progettisti
che lo stavano diventando agivano istintiva-
mente, sperimentando tecniche e materiali
della tradizione inserite su idee e tipologie
innovative. Così è nata da B&B Italia negli
anni 70 la produzione Maxalto, dalla curiosità
d’imprenditore di Piero Ambrogio Busnelli
e dall’entusiasmo sperimentale di Tobia
Scarpa. La cultura materiale che veniva
a Scarpa dalla frequentazione col lavoro
del padre Carlo era strettamente parte del
suo DNA di progettista: dove artigianato signi-
fica passione per l’esecuzione ancora manuale,
intesa come alta qualità possibile attraverso
lavorazioni di legni e altri materiali pregiati,
curate “pezzo per pezzo”. Dal punto di vista
industriale potrebbe sembrare una contraddi-
zione. Sicuramente è stata una scelta contro-
corrente per allora, in una fase ancora
di grande entusiasmo verso i materiali sintetici:
eppure nell’esperienza Maxalto anche il legno
diventa una materia trasformista, lavorata
in modo da mostrare caratteristiche e qualità
formali inaspettate.
Molti anni sono da allora passati: il costume
dell’abitare, dell’arredare, si è evoluto profon-
damente e sotto lo stesso nome Maxalto si
è sviluppata una serie di pezzi completamente
diversi, regolarmente arricchiti nelle tipologie
e nelle variazioni formali, tutti disegnati da
Antonio Citterio. Tra i nuovi “maestri”, Citterio
si è sicuramente distinto per una capacità
versatile, eclettica – fino allo sdoppiamento
di personalità – di assumere di volta in volta
l’atteggiamento progettuale e il mood più adatto
all’occasione. Le sue sedie per ufficio saranno
quindi comode ma anche molto tecnologiche,
le sue lampade capaci di trascorrere dagli
ambienti pubblici a quelli privati: e perfino
quando gli viene chiesto di progettare una
macchina per esercizi ginnici, si rapporta
ad essa come un’attrezzatura per l’abitare,
piuttosto che a quei meccanici marchingegni
predominanti nel mondo della fitness, osses-
sionato da record e prestazioni.
Così quando Citterio ha iniziato a imma-
ginare per Maxalto un paesaggio di oggetti
domestici, è partito proprio da una ricerca
sull’arredamento moderno (“borghese”, come
avrà occasione di scrivere della sua primis-
sima collezione Modus), dove prevaleva l’uso
del legno, per tipologie molto definite: dalla
libreria alla cassettiera, sedie e poltroncine.
La qualità era data dal dettaglio e dall’ese-
cuzione di alta qualità artigianale, ma meno
importante risultava la ricerca di oggetti iconi-
ci, rispetto al desiderio di creare un ambiente
complessivo di stile omogeneo: che non rinun-
cia cioè alla semplificazione geometrica delle
forme ma l’accompagna a una qualità molto
raffinata, quasi nascosta, della realizzazione,
recuperando – o inventando – tecniche di
realizzazione pur sempre artigianali.