produttiva francese (basata su grandi manifacture operanti ciascuna su un unico settore canonizzato) non abbia favorito quelle contaminazioni
industriali presenti invece nella produzione veneziana.
Gli specchi francesi si sono evoluti verso uno stile compositivo in cui si prediligono disegni decorativi caratterizzati da elementi di specchio
molati a mano (fissati al telaio ligneo mediante l’uso di pece) e affiancati tra loro: in questo senso si avvicinano agli specchi veneziani traforati
ma, a differenza di questi, hanno una caratteristica di composizione formale più strutturata e meno bizantina. L’incisione dei pezzi è caratte-
rizzata da una propensione alla molatura profonda e da un’estetica più vicina a quella tedesca o boema (la prossimità geografica tra Francia e
Germania ha sicuramente determinato questo avvicinamento stilistico). Conseguentemente, negli specchi, l’elemento decorativo inciso tende
ad essere più geometrico e meno figurativo. Va qui ricordato che le reciproche e sostanziose influenze artistiche tra Francia e Repubblica di
Venezia tendono a complicare le categorizzazioni della produzione dello specchio. In particolare, nel XVIII secolo, si assiste nella città lagunare
al proliferare di specchi dai chiari riferimenti stilistici francesi (mancanza di decori vitrei e composizione ottenuta attraverso l’affiancamento
di elemento in specchio molato) la cui decorazione, invece che basata su forme geometriche, impiega lo stile incisorio a carattere floreale o
mitologico/bucolico tipicamente veneziano. Convenzionalmente, questi specchi vengono identificati come specchi veneziani stile ‘700, al fine
di differenziarli dalle precedenti produzioni.
Per coerenza filologica, visto che comunque essi assumono caratteristiche estetiche riferite ai modelli d’oltr’alpe, è stato deciso di farli rientrare
nella categoria dei prodotti in stile francese. Perciò, al fine di renderli distinguibili dagli specchi francesi “originali”, la descrizione testuale di tali
articoli è sempre “specchio veneziano stile ‘700”.
THE FRENCH MIRROR. The evolution of the mirror industry in France is mainly due to Jean-Baptiste Colbert (1616-1683), minister of the Royal
House and Louis 14th’s arbiter for France industrial policy in the seventeenth century. The need of developing an autochthonous industrial
production drives Colbert to conceive an industrial espionage strategy aimed at undermining Venice’s supremacy in the production of mirrors.
To this purpose, between 1665 and 1667, Colbert encourages the expatriation of some Venetian spechieri (mirror) masters who, after having
moved to Paris with great ceremony (in the plant which then became the Manufacture Royale des Glaces de Miroir) start producing excellent
quality mirrors on behalf of French commissioners. But as the months go by, it is noticed that the French mirrors production cost results much
higher compared to the cost of mirrors manufactured in Venice. Moreover, unlike expectations and promises, Venice inhabitants do not intend
to transfer their knowledge to the French people.
The tense relationship between the manufacture management and the colony of the emigrants become even more strained in January 1667,
when Colbert forbids importation to France of the mirrors manufactured within the Lagoon and it gets worse a few days later, with the tragic
death of one of Murano masters. Then the idea that the Venetian Inquisition has started its action to radically solve the problem starts spreading.
Scared by this event, the fugitives decide to go back to their Country, asking for (and obtaining) forgiveness.
Outwardly, the fight between Colbert and the Serenissima seems to have been solved in favour of the latter: in fact, the experience with Vene-
tian artisans enables the French to carry out an independent production which will undermine the Serenissima monopoly over time.
Characteristics of the French mirror. The difference between the French mirror and the Venetian mirror is that the first never presents glass
decorative elements (such as leaves or flowers) and it is rarely decorated with inserts in other materials. The historic reason lies in the fact that
probably the French production structure (based on great manufactures, each one operating on a unique canonized sector) did not want to
support those industrial contaminations which are present in the Venetian production.
French mirrors evolved towards a style which prefers decorative patterns of hand-bevelled mirrors element (fixed to the wooden frame with
pitch) and aligned: in this sense they approach the drilled Venetian mirrors but they differ from the latter for their formal composition, which is
more structured and less “Byzantine style”. Engraving of pieces is characterised by a predisposition to enhanced wheel grinding and by an aes-
thetic aspect which approaches the German and Bohemian style (the geographic proximity between France and Germany certainly determined
such a stylistic approach). As a consequence, in the mirrors the engraved decorative element tends to be more geometrical and less figurative. It
is important to remember that the mutual and substantial artistic influences between France and the Republic of Venice tend to complicate the
classifications of mirror manufacture. In particular, in the XVIII century, the lagoon city frames to the springing up of mirrors with clear French
stylistic references (absence of glass decorative elements and composition obtained from the combination of bevelled mirror elements) whose
decoration, instead of being based on geometric shapes, adopts floral or mythological/bucolic engraving style, typical of Venice. Conventionally,
these mirrors are defined as eighteenth-century style Venetian mirrors (specchi veneziani stile ‘700) in order to distinguish them
LO SPECCHIO MODERNO. L’evoluzione stilistica degli specchi non subisce grandi variazioni per tutto il XVII e XVIII secolo. Gli
specchi, siano essi veneziani o francesi, vengono riprodotti negli anni senza apportare modifiche che li caratterizzino ma, al
contrario, i caratteri storici che rappresentano vengono apprezzati dal conformismo estetico presente nella società borghese del
periodo.
È a partire dal XX secolo che, con l’avvento di nuove poetiche artistiche, l’arte dell’incisione su specchio riceve un impulso al rinnovamento.
Gli esempi più rinomati di pezzi d’arredo in cui la presenza dello specchio è marcata compaiono soprattutto tra gli anni ‘20 e gli anni ‘40: in
particolare è l’Art Déco (nome derivato per estrema sintesi dal titolo dell’esposizione internazionale di Parigi nel 1925: Exposition Internationale
des Artes Décoratifs) che produce una nuova poetica dell’incisione.
Lo stile è eclettico e varia da nazione a nazione e da architetto ad architetto, ma il richiamo comune è una marcata predilezione per forme
decorative a matrice geometrica ed espressioni figurative stilizzate. In alcuni casi è percepibile l’influenza estetica derivante dalle avanguardie
artistiche come il Futurismo, il Neoclassicismo, il Modernismo o il Cubismo.
Tra i progettisti che si cimentano maggiormente con l’arte dello specchio inciso vanno ricordati in particolar modo Serge Roche, Pierre Dariel,
Jacques-Émile Rhulmann (in Francia) e Giò Ponti (in Italia).
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