Viabizzunooggetti: ogni giorno
pensare, progettare, costruire il proprio
percorso, guardarsi attorno e rendersi
conto che la quotidianità è fatta di piccoli,
importantissimi oggetti che devono
rispondere alle nostre esigenze, aiutarci,
accompagnarci, assomigliarci. vedere
che negli anni bisogni, idee e pensieri
sono diventati decine di oggetti progettati
e costruiti. ‘oggetto significa tutto ciò che
si presenta alla vista’, ciò che conta è
guardarlo, per costruirlo. così sono nati
gli oggetti Viabizzuno: dall’osservazione,
dall’amore per la materia e per la
progettazione, dalla curiosità, dalla ricerca,
dall’educazione di maestri come ag
fronzoni, dal pensiero, il coinvolgimento e
l’entusiasmo delle persone, dalla forza del
nostro lavoro, dalla coerenza dello stile.
ogni oggetto ha una storia da raccontare,
fatta di ricordi, sperimentazioni, persone;
nelle sue forme emergono i desideri di chi lo
usa tradotti nelle riflessioni del progettista.
l’oggetto non ha bisogno di essere descritto,
parla già da sé: come insegna il bauhaus
l’unica specifica da fare è di natura tecnica
(materiale, peso, dimensioni). i nostri
oggetti sono nati per noi, tra di noi…mentre
mangiamo aglio, pensiamo, scriviamo,
raccontiamo, annotiamo, ricordiamo,
tocchiamo…facciamo. tante azioni per
diversi oggetti, che sono diventati una
collezione, non più solo nostra.
Viabizzunoggetti: thinking,
planning, building one’s route every day,
looking round and realizing that day to
day life consists in small but very important
things that must meet our needs, helping
us, accompanying us, resembling us. we
see that through the years needs, ideas and
thoughts have become dozens of objects
that have been designed and built. ‘objects
are everything that appears before us to be
seen’, what’s most important is to look at
them, to build them. that is how Viabizzuno
objects take form: from observation, love
for material and designing, curiosity,
research, the teaching of masters such as ag
fronzoni, peoples’ thoughts, involvement and
enthusiasm, from the strength of our work,
from the coherence of style. every object
has a story to tell, made up of memories,
experimentation, people; the desires of those
who use it emerge in its lines, translated in
the reflections of the designer. objects do not
need to be described – they already speak
for themselves: as bauhaus teaches, the
only specification to be set is of a technical
nature (material, weight, dimensions). our
objects are born for us…while we eat garlic,
we think, write, talk, take note, remember,
touch... do. numerous actions for different
objects, which have become a collection that
is no longer just ours.
mn