Dio è nei
dettagli
— Q&A
L’attenzione e la cura dei particolari sono
quasi un’ossessione per il progettista
vicentino. “Nel mio lavoro”, racconta,
“lo studio maniacale dei dettagli fa la
differenza”. Pier Luigi Frighetto ha un
approccio molto razionale al mondo
del progetto. Risolvere un dettaglio
formale in maniera inedita, proponendo
una variazione che non era stata
presa in considerazione fino a quel
momento, è la cifra distintiva del suo
lavoro. Questa capacità, che deriva da
una profonda maturità tecnica e da
un’attenta conoscenza dei meccanismi
della produzione, ha sempre portato il
progettista a sperimentare e a sondare
le potenzialità e i limiti dei materiali. In
Pianca, ha portato la sua personalissima
visione estetica fatta di linee e volumi
senza tempo, impreziositi da dettagli
di pregio, che infondono agli oggetti
una ricercatezza sottile, che li rende
immediatamente riconoscibili.
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— Cosa la rende felice come progettista?
Quando un oggetto progettato da
me dura nel tempo ed è facilmente
riproducibile su scala industriale.
— Qual è la sua più grande paura?
Mi terrorizza l’idea di fare un progetto che
piaccia solo a me.
— Quali sono le tre qualità fondamentali
che deve avere un buon oggetto?
Pensando a un imbottito, è necessario
che sia confortevole, che abbia un segno
durevole e che sia di grande qualità.
— C’è un designer che ammira?
Ammiro chi, tra i designer, abbia
disegnato oggetti che non sono superflui.
— Cosa avrebbe fatto se non avesse fatto
il designer?
Ho fatto l’imprenditore e il designer,
e questo mi ha dato la possibilità di
esprimere il mio gusto e i miei sentimenti.
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