Moroso vol 3/3 Outdoor
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della realtà aumentata
e dell’esaltazione
dell’apparenza,
s’intrecciano, con uno
slancio vanitosamente
demodé, due diverse
interpretazioni della
materialità. E lo spazio
aperto – l’outdoor – non
a caso diviene il territorio
d’elezione di questo
incontro. Alla ricerca della
performance di superficie,
di nuovi materiali e finiture
che contraddistingue il
mondo industrializzato
e ipermoderno,
si contrappone
l’appropriazione colorata
della forma da parte
degli artigiani senegalesi.
Una pratica spontanea e
istintiva, radicata in ogni
aspetto della quotidianità.
Nel loro lavoro, mani e
occhi si congiungono
quasi a invertire la propria
funzione. Le mani leggono
la struttura, ne colgono
l’essenza; gli occhi, invece,
ne delineano l’aspetto,
decretandone l’immagine
finale. Un altro modo
di guardare il mondo,
differente, più affine
alla generazione che alla
progettazione.
Il risultato meraviglia.
Semplici intelaiature
metalliche rivestite con
fili colorati assumono
una forza espressiva
completamente nuova.
Nella storia dell’uomo,
l’intreccio precede la
ceramica e la scrittura; nel
design, segue l’idea.
Dalla ripetizione
sequenziale di un
semplice gesto, ogni
singolo progetto
diventa portatore di una
singolarità, affermazione
di autenticità materiale e
relazionale. La diversità è
evidente, nei disegni, nel
linguaggio che racconta di
contaminazioni culturali
“ancora” volutamente (e
piacevolmente) umane.
della realtà aumentata
e dell’esaltazione
dell’apparenza,
s’intrecciano, con uno
slancio vanitosamente
demodé, due diverse
interpretazioni della
materialità. E lo spazio
aperto – l’outdoor – non
a caso diviene il territorio
d’elezione di questo
incontro. Alla ricerca della
performance di superficie,
di nuovi materiali e finiture
che contraddistingue il
mondo industrializzato
e ipermoderno,
si contrappone
l’appropriazione colorata
della forma da parte
degli artigiani senegalesi.
Una pratica spontanea e
istintiva, radicata in ogni
aspetto della quotidianità.
Nel loro lavoro, mani
e occhi si congiungono
quasi a invertire la propria
funzione. Le mani leggono
la struttura, ne colgono
l’essenza; gli occhi, invece,
ne delineano l’aspetto,
decretandone l’immagine
finale. Un altro modo
di guardare il mondo,
differente, più affine
alla generazione che alla
progettazione.
Il risultato meraviglia.
Semplici intelaiature
metalliche rivestite con
fili colorati assumono
una forza espressiva
completamente nuova.
Nella storia dell’uomo,
l’intreccio precede la
ceramica e la scrittura; nel
design, segue l’idea.
Dalla ripetizione
sequenziale di un
semplice gesto, ogni
singolo progetto
diventa portatore di una
singolarità, affermazione
di autenticità materiale e
relazionale. La diversità è
evidente, nei disegni, nel
linguaggio che racconta di
contaminazioni culturali
“ancora” volutamente (e
piacevolmente) umane.