della storia dell’arte occidentale in Ettore
Favini6. e David Adamo o frutto di una
ricerca d’archivio espansa per Gabriele
De Santis7. o nell’incastro / assemblaggio
per Martino Gamper. Sempre una poetica
‘generosa’ come testimonia l’inventario
futuribile di Daniel González8., Andrea
Mastrovito9. e Anna Galtarossa10. dove
i materiali diventano pelle cangiante per
superfici e oggetti sensuali dotati di nuovo
senso in un’ottica estroversa e barocca.
Dare sollecitazioni / soluzioni per una
diversa visione del mondo -
Weltanschauung, come testimoniano
i lavori ambientali di Loris Cecchini11.,
Tobias Rehberger e Francesco Simeti
o lo stesso Tomás Saraceno, che della
costruzione in progressione sembra aver
fatto il suo ponte verso un futuro
sostenibile e permeabile. Una morfologia
pertanto fluida, connettiva, espressiva di
tutto ciò che nasce, cresce e invade
lo spazio secondo una proliferazione che
è anzitutto biomorfica ma che risponde
anche alle nuove esigenze in perenne
mutamento della realtà odierna.
Un procedere talmente vivo da non poter
accettare nulla che ne ipostatizzi la natura
in un recinto anelastico: in fondo ciò che
riguarda il principio etico-estetico
del postdecostruttivismo, verso cui sta
andando la morfologia sinusoidale e
tellurica di certa architettura, è il riflesso
dell’oggetto di design che diventa sempre
più simile alla cellula o all’embrione,
come già Fontana negli anni Cinquanta
profetizzava.
L’arte, come la natura, cerca
l’immortalità ad ogni costo e un’attitudine
totipotente e differenziale sembra l’unica
efficace per garantire uno stadio
successivo di esistenza.
La forma come struttura del possibile: una storia.
Metamorphosis
084. 085.
Seconda edizione premio moroso per l’Arte Contemporanea,
veduta d’insieme, GC.AC, Monfalcone, 2011