La forma come struttura del possibile: una storia.
Metamorphosis
068. 069.
Concetto primario per una rilettura
della metamorfosi in chiave
contemporanea è il concetto di energia
insita nella materia, che diventa punto
nodale per comprendere la variazione
strutturale della forma e la sua perenne
decostruzione. In questa accezione risulta
basilare il nome di Lucio Fontana e la sua
scoperta dell’energia custodita nella
materia nelle ceramiche “scoppiate” degli
anni Trenta. Il vitalismo delle avanguardie
storiche si annuncia alle sue mani che
toccano la terra e ne liberano la forza
latente: i contorni delle cose si rompono
sotto la pressione della forma in potenza,
l‘energia, per cui la materia si identifica
attraverso contrazioni e spinte, quale
magma vulcanico, acqua in ebollizione,
stato originario puro. Qualche anno dopo
Giorgio de Chirico nell’articolo La forma
nell’arte e nella natura del 1943 ribadisce
che la materia, su cui l’artista mette le
mani è già forma da natura, effetto della
trasformazione agìta dal movimento.
Di converso, in quegli stessi anni
Piet Mondrian trova che lo spazio è una
determinazione della forma e svolge
un’attività morale e mentale: in qualche
modo si determina e lo fa dinamicamente
nel pulsare della vita naturale. Ancora una
volta il rimando iconografico è a Lucio
Fontana, che si richiama a quel
‘movimento dinamico’ attraverso però il
filtro culturale del Futurismo, realizzando
l’Ambiente spaziale nero con luce di
Wood nel 1949 e l’Ambiente spaziale al
neon con una matassa di tubi fluorescenti
nel 1951. Fontana al contrario di
Mondriaan si cala nella vita, attua
quell’apertura fattuale nei confronti della
Lebenswelt husserliana, medializza in
senso avveniristico anche il lavoro
registrando i primi video nel 1952
con l’ausilio della nascente televisione.
Agisce nel mondo, modifica la realtà
attuale, è nelle cose, così come nelle
cose, nello spazio performativo si verifica
il procedere di Jackson Pollock e Kazuo
Shiraga: la dilatazione della superficie allo
spazio e al corpo che la riempie partecipa
ad un unico processo, estendono il
pensiero in forme psichiche nei dripping
a partire dal 1948 e nelle sfide del Gruppo
Gutai dalla metà degli anni Cinquanta.
Opere globulari, proiezioni psichiche in
perenne oscillazione che rimandano
a strutture unicellulari dalla nominazione
emblematica, Forma-Inchiostri, vengono
presentate sempre da Fontana nel 1955,
quasi vi fosse la volontà di un riordino
della natura. Solo un biennio dopo, nel
1957 le Sculture spaziali con sottotitolo
Forma sono placche metalliche dai
contorni organici sostenute da steli che
li rendono simili a fiori, proiezioni spaziali
di globuli primigenii. Un concetto di
forma dinamico che passa negli stessi anni
da movimenti nel substrato terreste per
il seme, o nella pasta del lievito e nella
placenta animale per l’embrione negli
Lucio Fontana, Nature, 1960
Lucio Fontana,
Ambiente spaziale nero con luce di wood,
1949