intelligenti. Quelle che ora in tempo di
crisi fanno spostare l’azienda, certo verso
i mercati cosiddetti “nuovi”, Brasile,
Russia, India, Cina e Africa, ma anche
verso l’onda benefica dell’arte.
“Qualche volta mi è stato chiesto se
ponevo l’amore più in alto dell’arte, ed ho
risposto che non potevo separarli, poiché
solamente l’artista è il vero amante.
Lui solo ha la pura visione della bellezza
e l’amore è la visione dell’anima quando
le è permesso di contemplare la bellezza
immortale.” (Isadora Duncan)
Ho conversato a lungo con Patrizia
Moroso per aggiornare gli anni che mi
mancavano all’arrivo mio dentro questo
catalogo. Sono esattamente cinque:
un lustro. 2007/2012. Non sono pochi,
non sono tanti. E alla domanda che cosa
è successo, l’art director mi ha
generosamente avvolto in un romantico
ma lucido discorso sull’intreccio sempre
più presente in Moroso tra design e arte.
E ciò che l’art director ha rievocato per
me, ciò che più mi è piaciuto, perché
c’è sempre una frase di Patrizia che poi
risuona oltre il tempo, è quanto vi riporto.
“Sento il bisogno di tenere gli occhi
spalancati sull’arte, per approfondire
il territorio fertile che ci deve essere
intorno al mio lavoro.
Negli ultimi anni purtroppo la moda
italiana ha perso il ruolo di leadership
culturale; quel ruolo invece l’ha
conservato il design, motore dell’industria
italiana.
Ora è il momento di avere un rapporto
virtuoso tra arte e design.”
Ed ecco perché è il momento di
presenziare tra queste pagine. Siamo
all’inizio della nuova storia di Casa
Cavazzini, il nuovo museo d’arte moderna
e contemporanea di Udine, e ci sentiamo
davvero coerenti presentando la storia
dell’azienda Moroso, la stessa che da due
anni con Premio Moroso per l’Arte
Contemporanea, il premio nato a
Monfalcone con il curatore Andrea
Bruciati e la Galleria d’Arte
Contemporanea, ha già proposto la
sinergia tra istituzione pubblica e azienda
privata nel proteggere e aiutare i talenti.
E a noi quale onda ci investe? Gli artisti
vincitori del Premio. Tutti. La leggerezza
orientale di Michael Lin, l’artista che
prende ispirazione dal design, e il ricordo
del suo lavoro parigino al Palais de Tokyo.
Era il 2003 e Patrizia Moroso si stava
già muovendo assai liberamente nel volo
dell’arte.
In mostra, a Casa Cavazzini, vedremo
anche il lavoro di Martino Gamper,
Common ground, storia di una linea che si mantiene.
Metamorphosis
046. 047.
Marino Mansutti,
sala prototipi, giugno 2012
Martino Gamper,
sala posa, giugno 2012