Front Design
— Stoccolma, Sweden, 1976 and 1977
Il lavoro delle due designer svedesi Sofia
Lagerkvist e Anna Lindgren si pone in forma
innovativa rispetto ai canoni tradizionali del design
scandinavo, verso territori più propriamente
artistici ed espressivi. Nel loro linguaggio,
il ricorso all’effetto visivo diviene il mezzo per
muoversi all’interno di uno spazio a metà tra
l’ironia e la magia; il prodotto, prima di rispondere
alle esigenze funzionali per il quale è progettato,
viene vissuto come un racconto per coinvolgere
l’osservatore, chiamato a scoprire attraverso
la “sorpresa” i presupposti alla base del processo
di progettazione.
The work of Swedish design duo Sofia
Lagerkvist and Anna Lindgren is an innovative
departure from the classic canons of Scandinavian
design, exploring more artistic and expressive
territory. In their style, the use of visual effect
becomes the part-ironic and part-poetic means
by which we move within a space. Before the
product meets the functional needs for which it
has been designed, it is experienced as a narrative
to engage the observer, whose attention is then
drawn to the principles of the design process
through the element of surprise.
→ Anomaly, 2013 / Doodle, 2013 / Pebble Rubble, 2022
Un inizio da apprendista in una falegnameria,
studente di scultura all’Accademia di Belle Arti di
Vienna con Michelangelo Pistoletto ed infine, nel
2000, laurea al Royal College of Art di Londra con
Ron Arad come insegnante. Un percorso formativo
non-convenzionale che da allora si è radicato
negli interstizi tra l’arte e il design, tra l’industria,
l’artigianato e l’auto-produzione, contribuendo
alla diffusione del ready-made funzionale come
pratica di progettazione orientata all’innovazione
concettuale e alla sostenibilità. Un approccio
che gli ha permesso di appropriarsi – da designer –
della libertà espressiva propria degli artisti.
Beginning as an apprentice to a furniture
maker, he went on to study sculpture under
Michelangelo Pistoletto at the Academy of Fine
Arts, Vienna, before graduating in 2000 from the
Royal College of Art, London, where he studied
under Ron Arad. His unorthodox background has
embedded his practice in the gaps between art
and design, industry, craftsmanship and self-
production, contributing a design practice led by
conceptual innovation and sustainability to the
diffusion of functional ready-made products. This
approach has enabled him to claim the expressive
freedom of the artist for himself as a designer.
Martino Gamper
— Merano, Italy, 1971
→ Arco, 2017 / St Mark, 2015
Photo Angus Mill
Photo Christopher Hunt
Metamorphosis, 2013
Photo Alessandro Paderni / Eye