Con tali premesse e slancio propositivo è stata individuata la categoria dei selezionatori per
quest’edizione: una rosa di dodici artisti che hanno vinto o sono stati selezionati nelle scorse
4 edizioni, a cui è stato chiesto di proporre tre autori così che la lista finale rappresentasse
uno spettro attuale ed esaustivo della ricerca operante nel Paese.
Sulla base di questa multiforme piattaforma e del ricco materiale documentativo pervenuto
– trentasei gli artisti più o meno noti al sistema dell’arte italiano – una giuria di selezione,
presieduta da Paola Pivi in qualità di simbolica madrina, ha ridotto al novero di dodici
i finalisti, contraddistinti per qualità di ricerca, studio, motivazioni e coerenza intellettuale.
Dodici artisti che hanno accettato il confronto sul piano del giudizio, mettendo in gioco le
rispettive sensibilità e ipotesi sperimentali, e che hanno per l’occasione così elaborato un pro-
getto versatile, partendo come history case dagli ambienti newyorkesi dell’azienda. Per questo
nuovo materiale documentario è intervenuta una seconda commissione internazionale,
composta da: Fabio Cavallucci, direttore Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci, Martino
Gamper, designer, Amanda Levete, architetto, Jovain Jelovac, art director Beograd Design
Week; Piero Gandini art director FLOS, che ha ulteriormente ricondotto a tre nomi, il parterre
dei segnalati.
È stato questo l’ultimo tassello significante del premio, perché basato sul dialogo stringente fra
professionisti che si muovono su quel filo invisibile ma tenace che pone in connessione arti
visive e design. L’obiettivo era infatti quello di valutare al meglio l’osmosi fra gli ambienti e la
realizzazione fattiva dei progetti, in base al contesto culturale e alle esigenze dell’azienda stessa.
Una sfida stimolante e mi auguro foriera di sviluppi per il CONCEPT di cui gli spazi di New
York, Londra e Milano, saranno palcoscenico attivo.
The competitive strength of the term Made in Italy, in which the design component
has a central role, is founded on the identifiable nature of its production. In the same way
that this form of cultural imprinting is transferred from a location onto a product, competitive
advantage is generated in close relationship with the peculiarities of the social structure of
local entrepreneurial systems. This idea suggested a strong connection for the promotion of
contemporary art through relevant international channels that have already been organized
into a production network, to ensure that these design and conceptual affinities can be used
to promote the work of a new generation of artists. Conceived to document, promote, and sup-
port artists who live and work mainly in Italy, the Moroso CONCEPT began from this DNA, a
pragmatic and necessary evolution of the Premio Moroso as an extension, and it is hoped,
valid organizational tool.
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