e uno arancio, occupano armonicamente la
parte centrale del nostro paesaggio. Ci ricor-
dano del centro penitenziario di Guantanamo,
ma anche più recenti decapitazioni spettaco-
lari degli occidentali, dove questa iconologia
cromatica viene capovolta. Qui il rapporto tra
il carnefice e la vittima non assume mai un
ordine definito. L’equilibrio formale della com-
posizione diventa una sorta di moto perpetuo.
Il cambio di ruoli rimane rinchiuso nel quadro
come una potenzialità inquietante.
Il tavolo stile Rodchenko, esposto sotto le foto,
segue la stessa logica cromatica. La misura
del tavolo diventa qui una distanza, ma anche
una prossimità possibile tra le due parti, le
due alterità. Invitano ad un confronto, ad un
dialogo, ad un gioco sportivo che ha delle re-
gole prestabilite (As soon as Possible).
Lavori precedenti invece estraggono dalla cul-
tura popolare come il cinema Hollywoodiano,
truismi quasi profetici: “O muori da eroe, o
vivi abbastanza a lungo da diventare il cattivo.”
Citazione tratta da Batman, The Dark Knight–
tradotta in arabo – diventa uno slogan provo-
catorio della società della noia e della stan-
chezza.
Un mandala fatto delle banconote più svalu-
tate del mondo, seguendo la pura logica cro-
matica (oppure le opere con ingrandimenti
dei simboli di potere come le firme sulle ban-
conote), svuotano di significato il concetto di
valore legato al denaro.
Le silhouette degli edifici più potenti e alti
del mondo sono ricalcati usando la sola 'pasta'
del linguaggio. Disegni che prendono corpo
attraverso una ripetizione ossessiva della ‘for-
166
Landscape,
2016, stampa con torchio offset su C-print, 70 x 100 cm / offset print on C-print, 27½” x 39¼”
Courtesy of the artist