“Vero è che, come forma non s’accorda
molte fiate a l’intenzion de l’arte,
perch’a risponder la materia è sorda
così da questo corso si diparte
talor la creatura, c’ha podere
di piegar, così pinta, in altra parte”
(È successo davvero)
Uno degli aspetti chiave per comprendere il
lavoro di Valerio è da ricercarsi nella tragi-
commedia, in particolare quella del cinema
italiano del boom di registi quali Dino Risi,
Marco Ferreri e Mario Monicelli. Per lui, fa-
cendo arte in Italia non ci si può non confron-
tare con questo aspetto che in un certo senso
fa parte del nostro retaggio storico. In questo
senso, in Trasformazione Permanente di un
Mago in Formica troviamo un atteggiamento,
un modo di fare e di concepire che si muove
sotto la nostra storia recente, che rappresenta
una parte del nostro modo di pensare, e che
nel farlo inevitabilmente si condanna.
Recentemente Valerio sta sviluppando un nu-
cleo di opere che incarna questo atteggia-
mento, realizzando una serie di opere/oggetti
che insinuano il paradosso tra le dieci regole
del buon design di Dieter Rams. Si tratta di
oggetti pensati e creati per adempiere a spe-
cifiche funzioni, le quali però non sono pro-
priamente razionali o funzionali come ci si
aspetterebbe.
Alcuni esempi: il Cubo da mostrare alle capre
è un cubo rosso da mostrare alle capre allo
zoo invece di dar loro da mangiare; lo Stroz-
zapreti è un oggetto per strozzare prelati; Let-
tiera-oliera è una lettiera per gatti con olio,
aceto, sale e pepe, tutto l’occorrente per con-
dire i bisogni dei gatti. Dove sono le benedette
chiavi è una copia delle chiavi del suo studio
che ha fatto benedire da un parroco di Venezia.
Ha anche realizzato una ciotola sagomata in
modo tale da riuscire praticabile solo per cani
di piccola taglia, e un corridoio per far sfilare
delle formiche. Un candelabro giallo che è an-
che uno spremiagrumi. Una base su cui ba-
ciare rane che si trasformano in prìncipi.
Sono oggetti che aiutano a compiere opera-
zioni che non ci si aspetterebbe mai di dover
compiere, ma che insinuano la possibilità del
loro effettivo compimento. Valerio non si in-
terroga tanto sulla natura di questi paradossi,
ma lavora sulla distanza tra le loro premesse
e conclusioni, e in questo nuovo spazio eser-
cita la sua pittura.
Come un mago che usa i suoi poteri per fare
cose che chi non li ha non vorrebbe mai fare,
in questo spingersi oltre esplicita il suo di-
scorso pittorico.
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Sospensione di ciò che non conta,
2015, olio, colla, cotone, carta, resina acrilica su tela, 190 x 175 cm /
oil, glue, cotton, paper, acrylic resin on canvas, 74¾” x 69”
Courtesy of the artist