GIARDINO D’INVERNO
Mercato Centrale di Firenze 2018
Con il simbolo della matita che si muove sullo
schermo lasciando una traccia, disegno il contorno
di una figura. Poi, dalla barra degli strumenti
scelgo la modalità di riempimento del colore: è
simboleggiata da un minuscolo secchiello inclinato
che sta versando pittura dall’orlo. Seleziono un
colore nella tavolozza. Ora posso colorare la
mia figura, puntando il secchiello all’interno del
contorno, basta cliccare. È a questo punto che, con
mio disappunto, il colore deborda fuori dalla figura
che volevo riempire, copre lo spazio intorno.
Il contorno non era stato chiuso perfettamente.
Dev’essere successo qualcosa di simile anche al
nostro mondo. I contorni non sono stati chiusi, e
all’interno di alcune porzioni di superficie un colore
ha debordato e ha ricoperto tutto fino a che non ha
trovato un argine più forte.
Le figure di Marco sembrano calme. L’equilibrio
è stato raggiunto, non c’è più tensione fra le
porzioni interne che strutturano una figura,
ogni elemento ha raggiunto la sua uniformità,
la marmaglia di particolari che nel resto del
mondo guazzabugliano all’interno delle superfici è
stata zittita, l’omogeneità si è dispiegata, il colore
ha steso il suo velo di purezza. Marco ci racconta
una storia violentissima, e comincia il suo racconto
alla fine della guerra. Il nuovo ordine cromatico si
è instaurato nel mondo, le figure sono diventate
mappe geopolitiche da colorare ciascuna con un
unico colore nazionale. Esiste lo Stato del Volto,
l’Impero dell’Abito, la Confederazione del Bikini e
delle Scarpe.
Che cosa succederà quando ricomincerà la guerra?
Che regione verrà invasa dai capelli? E le mani,
le mani che cosa pretenderanno di annettersi?
Per fortuna che i contorni delle mie iridi sono ben
delineati, altrimenti sarei tutto verde dalla testa
ai piedi. Per fortuna che i confini fra i denti e le
gengive sono ben delineati, altrimenti i miei denti
sarebbero rosacei.
Tiziano Scarpa
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