“LODOLISMO”
Diavolo di un Marco Lodola! Mi chiamo Renzo
Arbore e sono abbastanza noto nel nostro paese
per aver “effettuato” varie malefatte nel mondo
della musica, della radio, della televisione e perfino
del cinema.
Ora, questo Lodola, vorrebbe che facessi danni
anche occupandomi di arti figurative e, in
particolare, di “scultura”.
Le mie conoscenze a proposito erano finora
circoscritte al Mosè di Michelangelo; al Perseo di
Benvenuto Cellini (incontrato a Firenze durante
una gita scolastica dalla natia Foggia) e a Marco
Aurelio a cavallo conservato in duplice copia,
perché non si sa mai.
Come vedete ero afflitto da una desolante
ignoranza. Dico “ero” perché, dopo aver visto le
opere di questo Lodola me ne sono innamorato
(delle opere, non di Lodola…) e ora sono diventato
il suo massimo interprete e portavoce. Ho capito
la grandezza di Lodola e del suo “lodolismo” (il
lodolismo è l’essenza dell’Arte Lodoliana; un po’
BLUEBELL
Casinò, Montecarlo 2000
come il magnete ed il magnetismo, il pacifico ed
il pacifismo… eccetera) partendo da un concetto
basilare e fondamentale nella pittura, nella scultura
e nelle arti figurative in genere: “Anche l’occhio
vuole la sua parte”.
Lo so, può sembrare banale, ma appunto perciò
valorizza la complessità, la raffinatezza, l’etica,
l’estetica e perfino l’aritmetica delle sculture
del Grande Pavese. Lodola con le sue sculture
meravigliose “cala il secchio dei ricordi con la fune
della cultura nel pozzo della fantasia”. Qualche volta
si sporge di più. Qualche volta di meno ma nel pozzo
non ci cade mai. Ma come fa a non prosciugarlo lui
che vi attinge così tanto copiosamente?
È il vero mistero di Lodola e del Lodolismo.
Diavolo d’un uomo, dove la trovi tutta quella
fantasia?
Renzo Arbore
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