The first time you go into a house, it’s rare
that you feel straightaway that it’s your
own place. It may be somewhere where
other people have lived before and is still
full of objects and memories, or it may be
a fresh environment offering that special
welcome reserved for new owners. It is by
putting oneself in this hiatus that design
comes about, in the form of respect for
the style and interpretations of everyone.
It is the work of individual designers,
craftsmen and occasional or longer term
inhabitants that creates the spirit of a
place: genuine respect consists in its
transformation, without fear or absolute
certainties.
This is the spirit that drives our research
and which defines what Bonaldo has
to offer: in this case a unique proposal
named B/Style, which has its roots in that
profound transformation of society and
tastes which today is no longer measured
according to decades, but rather
through daily evolutions of styles and
sensitivities. The world of B/Style is made
up of interiors and all those objects that
are part of it such as tables and chairs,
bookcases, accessories and lamps, as well
as upholstered elements like sofas and
beds, all of which are invited to interact
with each other in a dialogue that goes
beyond the simple intermingling of
voices.
Design is intended to be permanent,
for relocation and for cross-pollination
with elements, stories and styles that
are often outside a predefined and
preordained pattern. Introjecting this
type of sensation into the sensitivities
and personalities of designers and
products, as with those who interpret
them, is a different objective from
the pure concept of “coordinated
furniture” as well as “timeless design”.
It is necessary to define a “design
without space”, in which distances fade
and rooms merge; a type of design that
makes you forget the existence of walls
and lifestyle conventions yet without
sacrificing any of the traditional creature
comforts.
We have all had the experience of
going into an interior for the first time
and being surprised at feeling at home,
at ease, at one. We will then have
heard a kind of musical magic taking
shape through the orchestration of the
furnishings, a succession of sensations
and memories accompanying the
continuous coming together of an
incredible jigsaw, together with the
awareness, revealed by the details, that
every solution could last indefinitely and
every visual wish could come true, until
the emergence of a special sensation:
that the total is something more than
the simple sum of the parts. Perhaps
more than anything else, this is what
we call B/Style.
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Quando si entra per la prima volta in una casa non è facile sentirla
subito come un proprio luogo. Può trattarsi di uno spazio già abitato
da altri in precedenza, ancora carico di oggetti e di ricordi, oppure di
un ambiente intatto, che offre l’accoglienza riservata ai primi coloni.
È ponendosi in questo iato che il design prende forma. Il rispetto per
lo stile e le interpretazioni di ciascuno, il lavoro dei singoli progettisti,
artigiani e abitanti occasionali o meno, compone lo spirito di un luogo:
il vero rispetto consiste nella sua trasformazione, senza paura né certezze
assolute.
Su questo crinale si muove la ricerca e si definisce la proposta Bonaldo:
una proposta chiamata B/Style, che affonda le radici nelle profonde
trasformazioni della società e del gusto che si misurano oggi non più
con le decadi, ma con trasformazioni quotidiane degli stili e delle
sensibilità. Il regno del B/Style sono gli interni e gli oggetti che ne fanno
parte – tavoli e sedie, librerie, complementi e lampade, oltre ai familiari
imbottiti, divani e letti – chiamati a confrontarsi in un dialogo che va
oltre la semplice sovrapposizione delle voci.
Il design è destinato alla permanenza, alla ricollocazione, all’ibridazione
con parti, storie e stili spesso estranei a un disegno predefinito e
preordinato. Introiettare questo tipo di sensazione nelle sensibilità e nelle
personalità di progettisti e prodotti, al pari di quanti li interpretino, è
un obiettivo diverso dal puro concetto di “arredo coordinato”, così come
di “design senza tempo”. Occorre definire un “design senza spazio”, nel
quale le distanze si affievoliscano e le stanze si confondano; un design
che faccia dimenticare l’esistenza di muri e convenzioni dell’abitare,
senza che nessuno dei tradizionali comfort venga meno.
È capitato ad ognuno di noi di entrare per la prima volta in un interno
e di sorprendersi nel sentirsi nel proprio ambiente. Avrà allora ascoltato
una specie di magia musicale prendere corpo attraverso l’orchestrazione
degli arredi, un succedersi di sensazioni e ricordi accompagnare il
continuo assemblaggio di un incredibile puzzle; la consapevolezza,
rivelata dai dettagli, che ogni soluzione potesse durare all’infinito e ogni
desiderio appartenere allo sguardo, fino al farsi avanti di una sensazione:
che il totale sia qualcosa di più che la semplice somma delle parti. Forse
è questo, più di ogni altra cosa, ciò che chiamiamo B/Style.
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