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Pisa
Designed by
Claesson Koivisto Rune
T’Journal
N°6
Pisa
A partire dalla forma visiva del linguaggio verbale — presa a prestito dalla semplice configurazione della lettera ‘u’ —
i designer svedesi traducono il gioco di estrusioni tridimensionali riferendosi al silenzioso linguaggio del corpo umano.
La poltrona Pisa, infatti, si presenta come un oggetto minimale, uno spazio intimo e ridotto, creato per avvolgere la
figura umana, lasciando spazio alle sue espressioni più nascoste, senza tralasciare il comfort e l’utilizzo quotidiano.
Di conseguenza, le linee caratteristiche di Pisa — l’inclinazione dello schienale e il caratteristico profilo tagliato — acquistano
senso nel momento del loro uso, quando l’oggettività degli elementi vuoti, delle curve e delle forme geometriche, viene
controbilanciata dall’aspetto organico della gestualità personale. Disegnata principalmente per spazi pubblici, uffici
o alberghi, Pisa è una poltrona imbottita di dimensioni ridotte, adatta per ambienti ristretti dove può essere utilizzata per
costruire aree comuni, intime e accoglienti.
Pisa (Armchair)
by Claesson Koivisto Rune
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Tacchini — T’Journal 6
Achille Castiglioni.jpg
Achille+PierGiacomo Castiglioni.jpg
Babela Drawing.jpg
(IT) Ci sono progetti che nascono classici già nei nomi che portano. Babela è uno di quei progetti e di quei nomi. Nel 1958
Achille Castiglioni disegna questa poltroncina per completare l’arredamento della Camera di commercio di Milano: il
comfort si incontra con la forma e la funzionalità, svelata nella possibilità di poter impilare questa seduta, come una torre.
(EN) There are designs which are born classics in name only. Babela is one of those designs and one of those names. In 1958
Achille Castiglioni designed this small armchair to add to the furniture of the Milan chamber of commerce. Comfort meets
form and function which is revealed in the possibility of stacking this seat up like a tower.
Babela (1958)
Re–edition by Tacchini, 2010
La Linea Italiana: lo spirito
collettivo tra passato e presente
A partire dalle avanguardie artistiche
del secolo scorso, il design italiano
continua a ispirare movimenti,
espressioni e modi d’essere che
trovano nella linea italiana la
manifestazione più autentica della
cultura del progetto. Qual è, dunque,
il segreto del design italiano? Dove
si nasconde il suo intramontabile
spirito che tutt’oggi continua a guidare
l’evoluzione della disciplina? Nelle
parole di Achille Castiglioni, uno
dei suoi più brillanti protagonisti,
il successo della linea italiana
sorge da uno spirito collettivo di
partecipazione, condivisione e critica:
“Un oggetto di design è il frutto dello
sforzo comune di molte persone
dalle diverse specifiche competenze
tecniche, industriali, commerciali,
estetiche. Il lavoro del designer è la
sintesi espressiva di questo lavoro
collettivo. Quello che caratterizza la
progettazione è proprio il rapporto
continuo tra parecchi operatori,
dall’imprenditore all’ultimo operaio.”
Dalla fiducia in un futuro migliore
al rigore tecnologico; dalla volontà
di sperimentare e mettersi in gioco
all’inimitabile coerenza formale,
la linea italiana rappresenta
l’espressione materiale di un pensiero
collettivo, condiviso all’unanimità tra i
più importanti protagonisti dell’epoca.
Pier Giacomo e Achille Castiglioni,
Franco Albini e Gianfranco Frattini
fanno parte di questo gruppo di
progettisti illuminati del secolo scorso
che hanno condiviso idee, pensieri e
speranze per la disciplina progettuale,
unendo il saper-fare manuale
— caratteristico della produzione
industriale del belpaese — all’ingegno
tecnico, con la speranza di trasportare
il mito del ‘buon design’ italiano nella
realtà di tutti i giorni.
Oggi, mezzo secolo dopo la loro
creazione, i progetti realizzati da
questi grandi maestri del passato
continuano a rendere viva l’anima
della linea italiana attraverso una
serie di riedizioni realizzate da
Tacchini. Babela e Sancarlo dei fratelli
Castiglioni, Bianca e Monzino di
Franco Albini e Agnese e Sesann di
Gianfranco Frattini rappresentano il
frutto di una meticolosa e visionaria
collaborazione tra progettisti, artigiani
e produttori, ripresa da Tacchini con
la volontà di preservare e comunicare
gli ideali che hanno guidato la loro
creazione. Mantenendo l’integrità
dei progetti originali, Tacchini ha
adattato i disegni dei designer alla
produzione odierna, trasportando la
cultura del design dal passato alla
contemporaneità.
The Italian Line: the collective spirit
between past and present
Starting from the avant-garde
artistic groups of the last century,
Italian design is an endless source
of inspiration for movements,
expressions and ways of being.
They find the Italian line into the
authentic manifestation of the culture
of project. What is, then, the secret
of Italian design? Where does its
timeless spirit hide: a spirit that
keeps on driving the evolution of the
discipline? In the words of Achille
Castiglioni, one of the most brilliant
protagonists, the success of the Italian
Line comes out from a collective spirit
of participation, sharing and criticism.
“A piece of design is the result of
the joint effort of many people with
different and specific technical skills,
industrial, commercial and aesthetic.
The designer’s work is the expressive
synthesis of this collective effort.
The main feature of a project is based
on the relationship among several
operators: from the manager to the last
worker.”
From the confidence in a better future
to the technological precision; from
the willingness to experiment and
get involved to the inimitable formal
coherence, the Italian line is the
material expression of a collective
thought, shared among the most
important figures of that period.
Achille and Pier Giacomo Castiglioni,
Franco Albini e Gianfranco Frattini
belong to this group of enlightened
designers of the last century. They
shared ideas, thoughts and hopes for
the discipline of design. They were
able to combine the manual know-how,
related to the industrial production of
belpaese with the technical science.
Their hope was to translate the myth
of the Italian “good design” into
everyday reality.
Today, half a century after their
creation, the projects realized by these
great masters of the past continue to
keep alive the soul of the Italian line
through a series of revivals made by
Tacchini. Castiglioni brothers’ Babela
and Sancarlo, Franco Albini’s Bianca
and Monzino and Gianfranco Frattini’s
Agnese and Sesann represent the
result of a meticulous collaboration
among designers, artisans and
producers. Tacchini proposes these
pieces with the desire to preserve
and communicate the ideals that have
guided their creation. Maintaining
the integrity of the original projects,
Tacchini has adapted the designer’s
drawings to modern production. In this
way, it has transferred the past design
culture to the present.